Edificio residenziale colpito a Kiev, e oggi riprendono i negoziati. Prime evacuazioni dalla martoriata Mariupol

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Vigili del fuoco e Croce Rossa ucraini dopo un attacco in Ucraina

Una giornata di negoziati. Poi le bombe. E di nuovo negoziati. La Russia non molla la presa su Kiev e l’Ucraina. Neanche la calendarizzazione degli incontrati, finalizzati a trattare per la fine delle ostilità, spinge il Cremlino a fare tacere le armi.

E così questa mattina – secondo quanto riferito dalle autorità ucraine – un edificio residenziale è stato colpito a Kiev, uccidendo almeno due persone. «Due corpi senza vita sono stati trovati sul posto», hanno detto i soccorritori, aggiungendo che sono state salvate 27 persone. Kiev è sempre più accerchiata: nella giornata di ieri si sono contati diversi attacchi. A 10 chilometri dalla capitale, nel sobborgo di Sviatoshyn, è stata colpita la fabbrica di aeromobili Antonov. Colpito anche un condominio di nove piai nel distretto di Oblon. Le forze russe hanno anche fatto saltare in aria delle munizioni vicino all’Unità G1 della centrale nucleare di Zaporizhzhya, la più grande d’Europa, giàsotto il loro controllo.

Nel ventesimo giorno di guerra, la quarta sessione di negoziati riprenderà oggi dopo una “pausa tecnica” annunciata ieri dal capo dei negoziatori ucraini; stavolta le discussioni si svolgono in videoconferenza. Questa notte il presidente Zelensky, in un video, ha affermato che i russi hanno «iniziato a capire che non otterranno nulla con la guerra. Mi è stato detto che (i colloqui in corso) sono abbastanza buoni. Ma aspettiamo e vediamo», ha detto.

Nella giornata di ieri sono stati intensi gli impegni dei diversi capi di Stato che stanno cercando di mediare. Il presidente Usa Joe Biden ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo francese Emmanuel Macron e con Zelensky, ribadendo «l’impegno a sforzi congiunti per mettere fine alla guerra».

A Roma il consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan è stato impegnato per tutta la giornata in un serrato confronto con il cinese Yang Jiechi, capo della diplomazia del partito comunista di Pechino. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è volato ad Ankara per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il cui Paese sta cercando di aiutare il dialogo tra Mosca e Kiev. E, soprattutto, il premier israeliano Naftali Bennett, ritenuto in questo momento il principale candidato a svolgere un’efficace opera di mediazione, ha parlato al telefono con Putin per un’ora e mezzo – interrompendo una riunione di governo – per affrontare il tema di un possibile cessate il fuoco.

A Mariupol, martire di una guerra straziante per usare le parole di Papa Francesco, sono intanto riuscite le prime evacuazioni, con oltre 160 auto private che hanno potuto lasciare la città – dove da giorni acqua corrente, elettricità e riscaldamento arrivano con il contagocce – lungo un corridoio umanitario in direzione di Zaporozhzhya. Ma nell’altro senso di marcia, i russi hanno invece bloccato un convoglio umanitario per la seconda volta in 24 ore.

martedì, 15 Marzo 2022 - 09:07
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