Il giallo della morte di Oliva, condanna annullata (di nuovo) in Cassazione per Furlan: disposto il sesto processo

cristofer oliva
Cristofer Oliva sparì nel nulla nel 2009. Aveva 19 anni
di Manuela Galletta

Nessun finale. Ma una storia che continua a restare sospesa. Per la morte di Cristofer Oliva, lo studente 19enne scomparso nel nulla dopo essere uscito di casa la sera del 17 novembre del 2009, la Corte di Cassazione non ha messo alcun punto fermo.

Gli ermellini della quinta sezione penale hanno annullato la sentenza di condanna a 21 anni di reclusione pronunciata nei confronti di Fabio Furlan nel febbraio del 2020 dai giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli (presidente Di Stasio) ed hanno disposto la celebrazione di un nuovo processo di secondo grado. Sarà il sesto processo che Furlan, oggi difeso dagli avvocati Luigi Petrillo e Dario Vannetiello, dovrà affrontare.

La storia ha inizio la sera del 17 novembre del 2009. Cristofer Oliva esce di casa, a Chiaiano, e saluta la sorella dicendole: «Devo incontrare Fabio, lascio qui il cellulare per evitare tarantelle». Fabio è Fabio Furlan, amico del cuore di Cristofer. Ma Fabio, qualche ora dopo, giurerà di non avere mi visto Cristofer.

Oliva non fa più ritorno a casa e di lui si perde ogni traccia. Scomparso nel nulla. Col passare delle ore si fa largo l’ipotesi che Cristofer sia stato ucciso, ma il corpo del giovane non viene trovato. E mai lo sarà. Neppure la circostanziata telefonata anonima che giunge a ‘Chi l’ha Visto?’ consente di fare luce sulla vicenda: un anonimo telespettatore dice che Cristofer era stato ucciso, che era stato sepolto a Secondigliano e intima di chiedere agli amici che sanno la verità. Ma gli amici di Cristofer fanno spallucce. Due di loro finiscono sotto inchiesta e vengono pure arrestati. K.S. che all’epoca dei fatti era minorenne verrà assolto in sede processuale e il caso si chiuderà, ma per Furlan il processo non finirà mai.

Le tappe dei processi

Il 17 ottobre del 2013 i giudici della terza sezione della Corte d’Assise di Napoli (presidente Carlo Spagna, a latere Nicola Russo) condannano Fabio Furlan a 30 anni di reclusione per omicidio, occultamento di cadavere e spaccio di stupefacenti (sia pure in quantità non ingenti) con riferimento alle piante di marijuana coltivate da Oliva nel giardino di casa e smerciate tra i coetanei. Proprio questo piccolo giro di droga costituisce uno dei due possibili moventi dell’omicidio ipotizzato dalla procura.

L’altro movente è di natura passionale: i rapporti tra i due migliori amici, era la tesi, si sarebbero incrinati per via di una ragazza. Il processo viene caratterizzato da un clima di reticenza dei ragazzi, amici di imputato e vittima, chiamati a deporre. Un clima di omertà spezzato clamorosamente da K.S. che, dopo una prima volta in cui si è avvalso della facoltà di non rispondere, chiede di rendere dichiarazioni spontanee e accusa Furlan. E’ la fine del processo: i giudici costruiscono su quelle parole la condanna di Furlan.

L’11 maggio del 2015 arriva la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Napoli che conferma la colpevolezza di Furlan ma lo condanna a 25 anni e 6 mesi di reclusione. Tuttavia i giudici escludono le dichiarazioni di K.S., ritenendole non attendibili.

Si arriva così al 24 giugno del 2016 quando i giudici della Corte di Cassazione annullano la condanna d’Appello e dispongono un nuovo processo. Il caso, dunque, resta aperto. E Furlan riacquista la libertà: finito in carcere il 15 gennaio del 2011, il giovane viene scarcerato nel luglio del 2016 per decorrenza dei termini di custodia cautelare (superamento dei termini di fase per l’esattezza). Da libero attende il nuovo processo, che però viene fissato e discusso ben 4 anni dopo.

E’ il febbraio del 2020: i giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli (presidente Di Stasio) condannano Furlan a 21 anni ma solo per omicidio, perché nel frattempo l’accusa di occultamento di cadavere è caduta in prescrizione.

Ieri, 21 marzo 2022, l’ennesimo processo in Cassazione e l’ennesimo verdetto che rimbalza ancora una volta la storia processuale di Furlan a Napoli.

martedì, 22 Marzo 2022 - 17:40
© RIPRODUZIONE RISERVATA