E dopo 6 anni di fuga il narcos Imperiale torna in Italia da detenuto: il broker degli Amato-Pagano deve scontare 5 anni

Nelle foto il narcos Raffaele Imperiale

E’ tornato in Italia, Raffaele Imperiale. Da detenuto. Da detenuto pronto a scontare la condanna rimediata per avere svolto il ruolo di broker della droga in nome e per conto del clan Amato-Pagano facendone la fortuna economica.

Venerdì scorso il narcos 48enne di Castellammare di Stabia divenuto tra i più grossi rifornitori di stupefacenti a livello internazionale è stato estradato dagli Emirati Arabi dove per anni ha trascorso una latitanza dorata (era in fuga dal 2016) e dove il 4 agosto dello scorso anno è stato arrestato. Le indagini che hanno consentito di localizzarlo durante la sua latitanza negli Emirati Arabi Uniti, sono state condotte – con il coordinamento della Procura partenopea – dal Gico e dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli, rispettivamente guidati dal tenente colonnello Danilo Toma e dal generale Domenico Napolitano, e dal dirigente della Squadra Mobile di Napoli Alfredo Fabbrocini. Imperiale deve scontare una condanna definitiva di 5 anni, 10 mesi e 20 giorni per traffico internazionale di stupefacenti.

Si chiude così un lungo braccio di ferro con gli Emirati Arabi sull’espulsione di Imperiale e la conseguente consegna all’Italia. Lo scorso 8 marzo il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, aveva personalmente consegnato al suo omologo degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah Al Nuaimi, la terza richiesta di estradizione, firmata dallo stesso Guardasigilli, per Raffaele Imperiale, al numero due dell’elenco dei più ricercati. Nell’incontro bilaterale col ministro emiratino il Guardasigilli sollecitò con forza una pronta esecuzione per tutte le richieste di estradizione presentate dall’Italia, auspicando una più proficua collaborazione giudiziaria tra i due Paesi. A tutela dei connazionali coinvolti in procedimenti giudiziari negli Emirati, Cartabia ha sottoscritto con Al Nuaimi, un accordo di cooperazione giudiziaria, per consentire ai condannati di scontare la pena nei rispettivi Paesi di origine.


Imperiale ha costruito la sua fortuna economica piantando radici a Dubai. Da qui muoveva i fili del business degli stupefacenti che hanno consentito agli Amato-Pagano di godere di un approvvigionamento costante di droga (peraltro di qualità) anche durante le faide che hanno insanguinato Scampia e Secondigliano. In tal modo gli Amato-Pagano non sono mai rimasti a secco. Non solo: a loro volta sono diventati fornitori di droga per numerosi clan del circondario, facendo così fortuna. Ecco perché la cattura di Imperiale era in cima alle priorità della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Fermare Imperiale significava indebolire gli Amato-Pagano.

Adesso Imperiale è in carcere. Ha già affrontato l’interrogatorio di garanzia dinanzi al giudice per le indagini preliminari Linda D’Ancona del Tribunale di Napoli ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Silenzio, dunque, sulla sua storia, sulla sua immensa ricchezza. Una ricchezza che gli ha consentito di acquistare illecitamente due preziosissime tele del celebre pittore fiammingo Van Gogh che erano state trafugate dal museo di Amsterdam nel 2002: Imperiale fece ritrovare quelle tele alla procura (erano nascoste presso una proprietà dei genitori a Castellammare di Stabia) e ha puntato su quel ritrovamento per ottenere uno sconto di pena. Non solo: quella sterminata ricchezza ha spinto Imperiale anche a pensare di affidare all’archiatra Zaha Hadid la realizzazione di un complesso di ville a Dubai.

lunedì, 28 Marzo 2022 - 11:39
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