Uccise due fidanzati con oltre 60 coltellate, il pm: «Ergastolo all’imputato. Era capace di intendere e volere»

lecceEleonora Manta e Daniele De Santis
Eleonora Manta e Daniele De Santis

Nessuna attenuante. Benché abbia confessato. Al termine di una requisitoria lunga tre ore il pubblico ministero Maria Consolata Moschettini invoca la pena dell’ergastolo, con isolamento diurno, per il 22enne di Casarano Antonio De Marco. Il 21 settembre 2020 l’imputato uccise l’arbitro leccese Daniele De Santis e la sua fidanzata Eleonora Manta. E li uccise perché non sopportava la loro felicità.

Antonio De Marco
Antonio De Marco

Per la procura deve essere ergastolo, perché – sottolinea il pm – De Marco si è reso responsabile di duplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. E perché al momento del delitto era in grado di intendere e di volere, contrariamente a quanto invece sostiene la difesa. I periti della Corte d’Assise (presidente Pietro Bassa) hanno riscontrato in De Marco un «disturbo narcisistico della personalità sottotipo Covert».

Si tratta, secondo gli esperti, della forma più difficile di narcisismo da individuare perché chi ne è affetto è solitamente «una brava persona, solitamente introversa, fortemente sensibile al rifiuto altrui che gli provoca un crollo dell’autostima e la genesi di una rabbia narcisistica che sfocia nella voglia di uccidere per raddrizzare un torto». Quindi, per essere felice bisogna uccidere qualcuno. Nel caso di De Marco, l’assassinio dei due fidanzati avrebbe colmato la rabbia narcisistica per non riuscire ad avere al suo fianco una donna che lo amasse.

Daniele ed Eleonora, rispettivamente di 33 e 30 anni, erano nella loro abitazione quando furono uccisi: quel 21 settembre era il loro primo giorno di convivenza, era l’inizio di una relazione che contestualmente aveva portato Antonio De Marco fuori da quella casa. Lo studente di Scienze infermieristiche aveva dovuto lasciare l’appartamento doveva viveva per lasciare posto all’ingresso di Eleonora. Secondo il pm la volontà dell’imputato era quella di ammazzare il solo Daniele ma Eleonora si frappose tra lui e il fidanzato e non ebbe scampo. Quanto alla premeditazione, il pm ricorda che De Marco conservò copia delle chiavi dell’abitazione, scrisse su 5 bigliettini, alcuni persi durante la fuga, come procedere, studiò il percorso per non essere ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, dimenticandone una, acquistò un coltello da caccia e disegnò occhi e bocca su un paio di calze usate per nascondersi il volto.

Daniele ed Eleonora furono uccisi in modo atroce: con 41 coltellate lei e 38 fendenti lui. Dopo il delitto De Marco cercò una prostituta.

«Per me ci vorrebbero due ergastoli, perché le vittime sono due, non ci sarà mai una condanna giusta per lui. Poiché è molto giovane, prima o poi uscirà dal carcere e continuerà ad uccidere», commenta dopo la requisitoria, Rossana Carpentieri, mamma di Eleonora. «Il dolore – aggiunge il papa’ di Daniele, Fernando De Santis – non passerà mai e l’ergastolo non lo allevierà. Le nostre ferite non si rimargineranno mai. Normalmente si dice che il tempo attenua il dolore, per me il tempo aumenta il dolore e la rabbia. Un gesto del genere è immotivato».

Si torna in aula il 17 maggio per le conclusioni dei difensori dell’imputati. Gli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario punteranno sui problemi psicologici dell’imputati per chiedere l’incapacità di intendere e volere. La sentenza è prevista per il 7 giugno.

martedì, 5 Aprile 2022 - 18:40
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