C’è un retroscena giudiziario dietro la minaccia di suicidio dell’avvocato ed ex editore tv Lucio Varriale al Centro direzionale. Prima di raggiungere un terrazzino e di minacciare di lanciarsi nel vuoto, Varriale ha ricevuto la visita della Finanza e la notifica di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari di Roma su richiesta del pubblico ministero capitolino Carlo Villani. La notizia è stata riportata da Il Fatto Quotidiano.
In calce al provvedimento vi sono le accuse di calunnia e di diffamazione ai danni, tra gli altri, del capo della procura di Napoli Giovanni Melillo. La circostanza è stata confermata dalla difesa di Varriale, rappresentata dall’avvocato Claudio La Rosa che ha diramato un comunicato stampa sulla vicenda a firma dell’avvocato Varriale. «L’avv. Varriale ritiene che il provvedimento sia contestuale e conseguente ad alcune sue pubblicazioni nei confronti del procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo. Atti che avrebbero potuto intralciare la nomina dello stesso a procuratore della Direzione Nazionale Antimafia».
Nel comunicato Varriale insiste nel puntare l’indice contro pezzi della magistratura benché proprio alcune considerazioni in merito siano alla base dell’arresto. L’inchiesta della procura di Roma che ha colpito Varriale trae spunto proprio da diverse denunce che lo stesso Varriale ha presentato contro il procuratore Melillo e altri magistrati denunciando una «gestione illecita del sistema giudiziario», e l’esistenza di intrecci malati tra alcuni magistrati, avvocati e giornalisti.
I pm romani hanno vagliato le dichiarazioni di Varriale e poi, non rilevandone la fondatezza, hanno rigirato l’accusa a Varriale, contestandogli i reati di diffamazione e calunnia. Una nuova grana giudiziaria per Varriale, che nel 2019 è stato rinviato a giudizio per avere diffamato e calunniato il suo ex legale Domenico Ciruzzi.
giovedì, 7 Aprile 2022 - 22:34
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