Faida ad Arzano, scarcerato il ras Cristiano. E il primo giorno di libertà non osserva l’obbligo di firma

cristiano pasquale arzano
Il ras Pasquale Cristiano

Nei mesi caldi delle tensioni criminali tra Arzano, Frattamaggiore e Frattaminore; nei mesi caldi in cui queste tensioni si sono riverberate nelle minacce di morte al capo dei vigili urbani di Arzano Biagio Chiariello e forse nelle minacce a don Maurizio Patriciello; in questi mesi arriva la scarcerazione del boss Pasquale Cristiano a rendere il clima ancora più rovente.

Esponente di rilievo di uno dei gruppo della “167” di Arzano, Cristiano – meglio conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di ‘Pick Stick’ – è stato scarcerato martedì ai giudici della Corte d’Appello di Napoli per decorrenza dei termini di fase: il ras è stato condannato in primo e in secondo grado per il reato di estorsione aggravata, ma la Cassazione ha annullata la sentenza d’Appello e ha disposto la celebrazione di un nuovo processo di secondo grado. Così facendo i tempi si sono allungati ed è scattata la decorrenza dei termini di fase. Tradotto: il ras Cristiano è tornato in libertà. E ha compiuto anche la prima violazione: i giudici avevano disposto l’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria ma ieri mattina il ras è mancato al primo appuntamento. Agli inizi di giugno del 2021 Cristiano aveva festeggiato la Prima Comunione del figlio organizzando nel centro di Arzano una sfilata di Ferrari e altre auto di lusso.

La scarcerazione di Cristiano fa temere agli inquirenti un innalzamento del livello di tensione ad Arzano, dove la situazione è più che incandescente. I gruppi Monfregolo e Cristiano, un tempo alleati, sono arrivati ai ferri corti, dando vita ad uno scontro che si è declinato anche in diversi agguati oltre che attentanti intimidatori ai danni dei titolari di alcune attività commerciali. Il primo segnale che qualcosa fosse cambiato nell’equilibrio tra le due famiglie è arrivato il 21 novembre 2021 con l’omicidio di Salvatore Petrillo, nipote di Cristiano: Petrolio fu ucciso davanti al Roxy Bar di Arzano. Poi il 4 gennaio la scarcerazione di Giuseppe Monfregolo, storicamente legato al clan Amato-Pagano, ha dato un nuovo impulso alle ostilità: nella ‘167’ è stata caccia ai Cristiano, tanto che i familiari stretti del ras lasciano le abitazioni e riparano verso Frattamaggiore e Frattaminore. Ma la fuga dei Cristiano non ha spento le ostilità. Ostilità che si sono declinate anche nelle minacce di morte al capo dei vigili urbano Biagio Chiariello.

Sullo sfondo l’azione della magistratura, che in silenzio sta lavorando sugli scenari criminali nel triangolo Arzano-Frattamaggiore-Frattaminore. Gli arresti non sono mancati. A fine marzo i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Giugliano in Campania e della Stazione di Frattamaggiore hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a carico di 7 soggetti persone accusate, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi clandestine e comuni da sparo e ricettazione, tutti aggravati dalle modalità mafiose.

Il provvedimento ha colpito il 41enne Pasquale Landolfo detto ‘scagnato’ e la moglie 41enne Assunta Esposito (detta Assuntina); una loro figlia, la 20enne Carmela Landolfo; la 43enne Francesca Cipolletti ‘a zia; il 41enne Antonio Martino; il 31enne Pasquale Sangiuolo; il 50enne Luigi Capuano. All’esito dell’udienza di convalida del fermo il giudice per le indagini preliminari Antonino Santoro del Tribunale di Napoli Nord ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tutti gli indagati; contestualmente il gip ha trasmesso gli atti a Napoli per competenza. Ora il nuovo gip dovrà emettere, entro 20 giorni, una nuova ordinanza a ratifica pena la scarcerazione degli indagati.

Le indagini, condotte anche con l’ausilio di attività tecniche ed iniziate nel gennaio di quest’anno, hanno evidenziato l’operatività di un gruppo criminale, organizzato e strutturato, che controlla le attività illecite nel Comune di Frattaminore, soprattutto nel mercato della cessione delle sostanze stupefacenti con la gestione di una fiorente “piazza di spaccio”.

«Il sodalizio – ha riportato una nota stampa – ha dimostrato di avere, per altro, disponibilità di armi di vario genere, alcune delle quali rinvenute e poste sotto sequestro nel corso delle indagini, pronte per essere utilizzate nell’ambito dell’attuale contrapposizione tra le diverse compagini delinquenziali interessate ad imporre ciascuna la propria egemonia sull’area a nord di Napoli».

giovedì, 7 Aprile 2022 - 13:57
© RIPRODUZIONE RISERVATA