Napoli, guerriglia anti-lockdown: chiusa l’inchiesta, 42 indagati a rischio processo. Sotto accusa il leader di Forza Nuova

Gli scontri del 23 ottobre 2020 a Napoli (foto Kontrolab)
Gli scontri del 23 ottobre 2020 a Napoli (foto Kontrolab)

Fu una notte di proteste e di violenza. L’annuncio del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca infiammò Napoli. Dinanzi la sede della Regione si diedero appuntamento ristoratori, partite Iva, baristi che sarebbero stati colpiti dalla nuova ordinanza di lockdown dello ‘sceriffo’, ma in quella protesta pacifica si infilano anche dei facinorosi – la maggior parte dei quali a volto coperto – e il piazzale antistante Palazzo Santa Lucia, nonché le vie circostante, finirono col diventare teatro di scontri e tafferugli. Una guerriglia urbana. Accadeva la sera del 23 ottobre del 2020.

A distanza di un anno e mezzo da quelle scene di inaudita violenza, la procura della Repubblica di Napoli chiude l’inchiesta e si appresta a sollecitare il processo per le persone ritenute responsabili degli atti di violenza che scandirono quella notte. Gli indagati per il reato di devastazione sono ben 42: nelle scorse ore si sono viste notificare un avviso di conclusione delle indagini preliminari atto che anticipa l’intenzione della procura di chiedere il rinvio a giudizio, intenzione che sarà formalizzata non appena decoreranno i venti giorni che la legge concede agli indagati per depositate memorie difensive o chiedere un nuovo interrogatorio.

Tra i destinatari del provvedimento (che porta la firma dei pm Celeste Carrano, Luciano D’Angelo, Danilo De Simone e Antonello Ardituro) c’è Roberto Fiore, leader di Forza Nuova. Indagato anche altri esponenti dello stesso movimento come il responsabile provinciale Nicola Trisciuoglio e il coordinatore regionale Ciro Andretti, nella veste di istigatori e promotori degli scontri «attraverso un pubblico appello diffuso sui social media, inneggiando alla sollevazione sanitaria ed auspicando che ‘sia Napoli la prima scintilla della rivoluzione’». Sotto inchiesta vi sono anche persone ritenute vicine agli ambienti criminali, come Ciro Carrino, genero del boss dei Contini Nicola Rullo; Pasquale Forte, indicato dagli inquirenti come affiliato al clan Sorianiello del rione Traiano.

Tra i destinatari dell’avviso anche esponenti del mondo ultrà come Gennaro Grosso, capo del gruppo ‘Masseria’; attivisti del movimento antagonista Sud Conta (Lorenzo Gotri e Lorenzo Baselice); Davide Marotta di Insurgencia.

Secondo la procura, quella guerriglia urbana era tesa «ad influire con minaccia e violenza sulle determinazioni del presidente e della giunta regione della Campania».

lunedì, 11 Aprile 2022 - 07:30
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