Palamara, nuove accuse di corruzione. E lui rilancia: «Mi candido alle Politiche»

Luca Palamara
Luca Palamara al centro dello scandalo sulle toghe
di Gianmaria Roberti

Luca Palamara annuncia la discesa in campo, ma piovono nuove accuse di corruzione. A cavallo tra la vita precedente – un feuilleton giudiziario a puntate – e quella di oggi, carica di promesse bellicose.

«A breve – recita una nota dell’altro ieri dell’ex magistrato – renderò noto le modalità con le quali mi candiderò alle prossime elezioni politiche del 2023 per rispondere alle numerose istanze di tanti cittadini che quotidianamente nell’occasione delle presentazioni dei miei libri verità mi chiedono di impegnarmi per una giustizia giusta».

Nella stessa giornata, si apprende di nuove contestazioni della Procura di Perugia a Palamara, notificate con un avviso di conclusione indagini. L’ex potentissimo presidente dell’Anm e consigliere del Csm è accusato di aver ottenuto utilità, in cambio della «messa a disposizione delle sue funzioni e dei suoi poteri».

A beneficiarne – secondo i pm umbri – due imprenditori, Federico Aureli, titolare del Kando Beach di Olbia, e Manfredi Leonardo Ceglia, proprietario della Artesole. Anche loro sono indagati. Palamara è già imputato a Perugia, nel filone principale dell’inchiesta, per corruzione nell’esercizio delle sue funzioni e poteri.

Ieri la Corte d’appello di Perugia si è riservata la decisione, sulla sua istanza di ricusare i giudici del primo collegio. La riserva sarà sciolta tra pochi giorni. I legali di Palamara evidenziano che «l’appartenenza» all’Anm della presidente Carla Maria Giangamboni e di Serena Ciliberto «fa venir meno i requisiti di imparzialità, indipendenza e terzietà, sostanziale come apparente, del Collegio competente a decidere sulla ammissibilità e fondatezza della pretesa risarcitoria dell’Anm».

La Corte d’appello, invece, non ha ammesso nel procedimento una memoria dell’Associazione nazionale magistrati. Il sindacato delle toghe, appunto, intende costituirsi parte civile nei confronti di Palamara. L’atto dell’Anm chiedeva alla Corte d’appello di rigettare la dichiarazione di ricusazione. «Attenderò con serenità la decisione sulla mia istanza di ricusazione, ma – dichiara Palamara – da uomo libero e da cittadino di questo Paese democratico ribadisco che non mi faccio e non mi farò mai intimidire da nessuno e, tantomeno, dalla attuale dirigenza dell’Anm molto lontana dai fasti gloriosi che l’hanno caratterizzata».

PALAMARA SI CANDIDA ALLE POLITICHE

Le parole dell’ex magistrato suonano come un programma politico. Una parte del Paese vive un eterno braccio di ferro con la magistratura. Una parte cui Palamara, dopo una vita nell’altro campo, ora si rivolge. «C’è una richiesta costante, non solo a Roma, ma – spiega – da Nord a Sud, di un mio impegno politico. Indubbiamente viene da una parte di elettorato di centro-destra, ma per quanto mi riguarda è un impegno aperto a tutti i cittadini».

Palamara, adesso, guarda all’opzione civica. Ma non esclude accordi: «Se poi confluirà in situazioni che riguardano i partiti, si vedrà sul campo». Attestati di stima giungono da elettori, da sempre, più ostili al “partito dei giudici”. L’orizzonte sono le Politiche del prossimo anno. Un primo test, sono state le suppletive della Camera nel 2021, nel collegio di Roma Primavalle. «L’idea – dice Palamara – è di non disperdere il patrimonio che si è creato. Ma il discorso che faccio riguarda tutti. Se è poi maggiormente sposato da una parte ne prenderò atto. Adesso sono totalmente assorbito da questa attività legata agli incontri pubblici».

Il trampolino, infatti, sono i libri scritti con Alessandro Sallusti. Due testi – Il Sistema e Lobby & Logge – in cui Palamara prova a ribaltare il paradigma, passando da reprobo, radiato dalla magistratura, a grande accusatore degli ex colleghi. Due successi editoriali, sfociati in numerose presentazioni pubbliche. «A breve, forse a maggio o giugno – aggiunge-, comunicherò come penso di canalizzare tutto quello che è venuto fuori in questi incontri, vediamo in che forma, se in quella di un movimento o di un’associazione in questa prima fase».

L’ex magistrato chiarisce: le sollecitazioni dall’elettorato di centro-destra arrivano «anche da realtà interne che vogliono che questo impegno sulla giustizia continui». La stella polare? «L’idea che ci sia una giustizia che non sia vendetta».

LE NUOVE ACCUSE DI CORRUZIONE

Corruzione per l’esercizio delle funzioni e corruzione in atti giudiziari: sono le ipotesi dell’ultimo filone su Palamara. Due scooter a disposizione, le multe pagate, la possibilità di essere socio occulto di uno stabilimento balneare in Sardegna. Utilità percepite in cambio del suo interessamento per le procedure amministrative dello stabilimento stesso, e per un procedimento penale a carico dei familiari di Aureli. Ma anche soggiorni a Capri in cambio dell’aiuto per un procedimento penale, stavolta a carico di parenti di Ceglia. Nel secondo caso, un’indagine che – sostiene la Procura di Perugia -, senza segnalare il rapporto di conoscenza, Palamara aveva definito con l’archiviazione, dopo «già almeno un soggiorno offerto». Tra le contestazioni, anche la presunta promessa di intervento, per risolvere alcune problematiche della società Artesole.

mercoledì, 11 Maggio 2022 - 08:43
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