Appalti Covid, nuovi guai per il dg dell’Asl Napoli 1 Verdoliva: indagato anche per un’interrogazione

Ciro Verdoliva (foto Kontrolab)
Ciro Verdoliva (foto Kontrolab)
di Gianmaria Roberti

Difficilmente, nella vita, capita di finire indagati per la risposta ad un’interrogazione politica. L’insolita esperienza tocca a Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1. Il manager è tra i 23 destinatari di un invito a comparire, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Napoli sugli appalti Covid della Regione.

Per lui si ipotizza il falso ideologico, originato da un’interpellanza di Maria Grazia Di Scala, all’epoca consigliera regionale forzista. Verdoliva è indagato anche per turbata libertà degli incanti, nella gara per il Covid Center dell’Ospedale del Mare a Napoli.

Con il dg dell’Asl avrebbero concorso Alberto ed Enrico Venturato, rappresentanti della Med, ditta aggiudicatrice, l’imprenditore Crescenzo De Stasio e Antonio Bruno, direttore dei lavori.

L’ACCUSA DI TURBATA LIBERTÀ DEGLI INCANTI

L’accusa di turbativa d’asta ruota intorno ad una delibera dell’azienda sanitaria del 27 marzo di due anni fa. Stando alle carte dell’indagine, Bruno – estensore dell’atto di predisposizione, e Verdoliva, firmatario del provvedimento, avrebbero turbato «con mezzi fraudolenti, il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando». Cioè, «al fine di motivare la scelta della società Siram quale operatore economico cui affidare i lavori di natura civile e impiantistica da effettuare per la realizzazione di opere funzionali alla realizzazione del campo modulare, falsamente attestavano che quest’ultima azienda stava operando sul posto già dal 20 marzo 2020 quale sub appaltatrice della Med srl». Avrebbero utilizzato «nella motivazione della predetta delibera un contratto di subappalto – tra med e Siram recante la falsa data di stipulazione del 20.3.2020 (…) dell’importo di 50 mila euro – firmato da “Alberto Venturato” (per Med) e “Ing. Crescenzo De Stasio” da intendersi Salvatore De Stasio per Siram».

LA CONTESTAZIONE DI FALSO IDEOLOGICO

Nella vicenda dell’interrogazione regionale, invece, Verdoliva è indagato in concorso con il solo Bruno. I due «falsamente attestavano – scrivono nell’invito a comparire i pm Maria Di Mauro, Antonello Ardituro, Henry John Woodcock e Simone de Roxas – nella nota di risposta all’interrogazione del 28 aprile 2020, a firma della consigliera regionale Maria Grazia Di Scala, fatti dei quali l’atto era destinato a provare la verità». Al centro delle indagini, una serie di presunte incongruenze.

L’interrogazione al governatore Vincenzo De Luca (estraneo ai fatti) sosteneva: «… il 22 marzo 2020, presso l’area destinata ad ospitare i 72 moduli di terapia intensiva dell’Ospedale del Mare, come si evince da un video pubblicato su Facebook, un’azienda edile diversa dalla Siram e Med svolgeva scavo e lavori edili propedeutici all’istallazione del centro Covid-19 dell’OdM; che il giorno 24 marzo 2020 i medesimi lavori edili risultavano in corso e in stato avanzato come appreso da immagini del servizio giornalistico Rai Tg regionale». Di Scala, quindi, chiedeva «se sia legittimo il contratto di subappalto tra Med e Siram del 20 marzo 2020 mentre l’Accordo Quadro risulta sottoscritto il 24 marzo 2020; come sia stato possibile che il giorno 22 marzo 2020 risultano in corso i lavori edili, esattamente quelli affidati alla società Siram solo il giorno 27 marzo 2020 eseguiti da un’altra Società edile».

E ancora voleva sapere: «Come sia possibile che nel corso del servizio giornalistico in onda il 24 marzo Rai TG regione nel corso di un’intervista al Direttore generale Asl NA 1 veniva già mostrato cantiere allestito con lavori in corso richiesti a mezzo PEC dall’ASL NA 1 a Siram il medesimo giorno, ore 11:21; chi e come abbia autorizzato una terza società allo svolgimento di tali lavori già in corso il giorno 22 marzo 2020».

Gli inquirenti sottolineano: «Con nota di risposta redatta da Bruno Antonio ed Esposito Raffaele (non indagato, ndr) e trasmessa dall’Asl Napoli 1 con prot. nr.0101195/U in data 14.05.2020, a firma del DG Verdoliva Ciro, falsamente attestavano: …Per quanto sopra rappresentato, la Siram Spa è legittimamente presente sui luoghi a partire dal giorno 22.03.2020 in qualità di subappaltatore per l’esecuzione di attività lavorative preliminari al montaggio delle strutture modulari presso l’Ospedale del Mare di esclusiva competenza della Med srl, aggiudicatrice dell’appalto di fornitura delle strutture modulari per 72 posti di terapia intensiva. La stessa Siram spa dal giorno 24.04.2020 [leggasi 24.03.2020 ndr], a seguito di consegna dei lavori in via d’urgenza ai sensi dell’art.5, comma 2, del D.M. 49/2019, è presente sui luoghi per l’esecuzione delle opere strutturali ed edili per l’adeguamento del sito, la sistemazione energetica ordinaria e di emergenza, l’immissione in fogna delle acque bianche e nere nonché dell’impianto antincendio appaltate dall’ASL Napoli 1 Centro». Tra gli indizi, i pm individuano alcuni dialoghi intercettati. Per la Procura, infatti, «la falsità emergerebbe da una conversazione tra Antonio Bruno e Raffaele Esposito. Il primo riferiva che era appena pervenuta un’interrogazione regionale relativa alla vicenda dell’appalto affidato a Siram per la realizzazione della platea cementizia presso l’ODM di Ponticelli, disvelando che effettivamente, alla data del 22 marzo 2020, la Siram, pur non avendo ancora ricevuto alcun incarico formale, già stava effettuando i lavori: “La regione dove dice praticamente…tu hai affidato a Siram il 24 e il 22 già stanno lavorando eh..qualcosa si stava già facendo voglio dire”. «Bruno ed Esposito – argomentano i pubblici ministeri – consapevoli della problematica sollevata nell’interrogazione regionale, convenivano di elaborare una nota “ce la studiamo a cazzimma”, atteso che il direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro, Verdoliva Ciro, aveva incaricato Bruno di elaborare una nota ha detto il direttore “inizia ad abbozzarla poi vediamo un po’”».

Secondo la Procura «Bruno escogitava l’espediente, per giustificare la presenza delle ditte che erano presenti sul cantiere, “però noi abbiamo due ditte che potremmo dire che sono la Sea e la..però sempre il giorno 22 prima del…dell’affidamento…possiamo dire che erano le ditte che lavoravano per la med […] perché la Med deve fare i lavori nei cento metri…”, precisando al suo interlocutore di aver trovato la soluzione: “Io li fotto…ok…trovato la cosa”». Il tutto «precisando ancora – si legge nell’invito a comparire – di “aver costruito” le cennate note di risposta e che l’unico punto debole era rappresentato dalla data (27 marzo 2020) di pubblicazione della Delibera per l’affidamento diretto poiché, si comprendeva, postuma rispetto all’effettivo inizio dei lavori che erano già in corso il 25 marzo u.s.».

Tra le fonti richiamate, ci sono una comunicazione via Facebook del 14 marzo 2020, da parte di De Stasio; la foto del 19 marzo 2020 «presente nel pc in uso a Bruno Antonio»; la chat tra De Stasio e Bruno; il messaggio vocale da Bruno a De Stasio del 22 marzo 2020 «mentre – rilevano i pm – lo sbancamento del terreno era iniziato già il 21.03.2020 e la posa in opera della carpenteria risaliva al 22.03.2020». Tutti gli indagati potranno replicare nel corso degli interrogatori. Quello di Verdoliva è previsto il 27 maggio.

giovedì, 19 Maggio 2022 - 16:18
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