Giustizia, Renzi alla scuola politica della Lega: «Voterò i referendum. Se non passano, non finisce qui»

Tribunale

Due immagini insolite. Accomunate dal tema della Giustizia che da mesi tiene banco nel dibattito politico-giudiziario. La settimana che oggi si conclude si è aperta con lo sciopero dei magistrati, che non si vedeva da anni, contro la riforma Cartabia sull’ordinamento giudiziario e sul sistema elettorale del Csm. Uno sciopero poco partecipato (adesione nazionale al 48%), tanto da essere etichettato da più parti come un flop.

E la settimana che oggi volge al termine si è conclusa con Matteo Renzi, leader di Italia Viva, sul palco della scuola di formazione politica della Lega. E’ accaduto ieri (sabato 21 maggio). Accolto da uno scrosciante applauso, Renzi in modo scherzoso ha chiarito subito di essere di «sinistra», poi – seguendo la traccia delle domande del direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano – ha insistito sulla necessità di una riforma della Giustizia, ha sponsorizzato i referendum sulla Giustizia in programma per il 12 giugno, e ha chiesto uno scatto di qualità della riforma Cartabia perché a suo dire è allo stato inutile.

Sui referendum: «C’erano dei referendum che avrebbero attirato partecipazione, che erano quello su cannabis, eutanasia e responsabilità civile, ma sono saltati. Questi tre ‘tiravano’. Tanta gente si sarebbe messa in fila per andare a votare. Oggi che questi referendum possano passare non lo so, ma sicuramente io voto a favore. Ma che passino o meno i referendum questo tema della giustizia non finisce qui». Sulla necessita di sottrarre alle correnti della magistratura il potere di incidere sulle carriere dei magistrati: «Un magistrato deve fare carriera se è bravo e non se appartiene a una corrente» perché «questo passaggio di strapotere delle correnti ha fatto del male innanzitutto a tantissimi magistrati».

Quindi Renzi ha ricordato come al tempo il Csm «fece la guerra per le correnti a Giovanni Falcone. A Paolo Borsellino è stata negata giustizia perché è stato fatto un processo farsa a presunti mandanti con operazioni di depistaggio». Insomma, «contro la memoria dei magistrati più bravi ci sono stati episodi di malagiustizia – ha concluso Renzi – figuratevi per un normale cittadino».

Il leader di Iv ha anche annunciato la battaglia per introdurre un criterio di responsabilità del magistrato in caso di errore giudiziario: «Il mio punto centrale non è difendere me stesso ma le ragioni della giustizia. I giudici devono andare avanti, e non per le correnti, e poi chi sbaglia paga: penso che su questo nella prossima legislatura si riuscirà a trovare un accordo».

Sullo sfondo la frattura interna all’Anm acuitasi a seguito dello sciopero flop di lunedì 16 maggio. Articolo 101, l’unica corrente non presente nel parlamentino delle ‘toghe’, ha sollecitato le dimissioni della giunta guidata da Giuseppe Santalucia perché lo sciopero è stato «un plateale insuccesso». Magistratura democratica, invece, ha invitato l’Anm a restare compatta pur riconoscendo il fallimento dell’iniziativa. Il 28 e il 29 maggio ci sarà una riunione del Comitato direttivo centrale.

domenica, 22 Maggio 2022 - 18:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA