Gragnano, omicidio del nipote del boss Carfora: chiesti 2 ergastoli

Tribunale

Due richieste di condanna all’ergastolo al processo sull’agguato in cui perse la vita il 17enne Nicholas Di Martino, nipote del boss Nicola Carfora detto ‘o fuoco, e nel quale rimase ferito Carlo Langellotti: il pubblico ministero Giuseppe Cimmarotta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha sollecitato il massimo della pena per Maurizio Apicella, figlio del ras Rossano, e Ciro Di Lauro, imputati con le accuse di omicidio e tentato omicidio, aggravate dalla matrice camorristica e dall’uso delle armi. Il processo si sta definendo dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Napoli.

Nel procedimento si sono costituiti parte civile Langellotti, assistito dall’avvocato Raffaele Chiummariello; la madre della vittima, Maria Carfora, assistita dall’avvocato Antonio Briganti; il fratello della vittima, Gennaro, assistito dall’avvocato Raffaele Attanasio. Si torna in aula il 3 giugno per le discussioni del collegio difensivo, rappresentato dagli avvocati Francesco Romano (per Di Lauro), e Carlo Taormina e Giuliano Sorrentino (per Apicella).

I fatti contestati si sono verificati il 25 maggio del 2020 a Gragnano, in provincia di Napoli. Di Martino e il cugino vennero accoltellati. Per il 17enne non ci fu scampo.

Secondo la procura, l’aggressione rientrava nella contesa per la gestione dello spaccio di droga. Poche ore dopo si verificò la risposta a quell’agguato: qualcuno attentò alla vita di Salvatore Pennino. Rispetto a questo episodio si è giunti già a quattro condanne, arrivate all’esito del processo con rito abbreviato (formula che prevede lo sconto di un terzo della pena).

Nel settembre del 2021 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli ha inflitto 9 anni di reclusione ciascuno ai fratelli Antonio e Giovanni Carfora; 7 anni e 10 mesi a Giovanni Amendola e a Raffaele Iovine. Adesso si avvia a conclusione anche il processo sull’episodio ‘madre’.

mercoledì, 25 Maggio 2022 - 14:46
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