Morte di Tiziana Cantone, l’ultima perizia della procura: esclusi elementi per sostenere la pista dell’omicidio

di Manuela Galletta

La pista dell’omicidio di Tiziana Cantone, che il pubblico ministero Giovanni Corona aveva provato a percorrere arrivando addirittura a riesumare il corpo della 31enne per fare eseguire l’autopsia mai effettuata, si è arenata nella tarda mattinata di oggi.

Il medico legale Municino incaricato dalla procura di Napoli Nord di provare a verificare le cause del decesso della giovane, finita al centro di una storia di revenge porn che l’ha stritolata, hanno concluso che non vi sono elementi per ritenere la morte della giovane frutto di un omicidio. Il fascicolo per omicidio volontario era stato aperto sulla base di nuovi elementi di prova portati dalla difesa di Teresa Giglio, la madre di Tiziana Cantone, che non ha mai accettato la tesi del suicidio. Nello specifico al pm Corona era stato consegnato un carteggio della Emme Team, un gruppo di lavoro di legali e consulenti oggetto di un servizio de ‘Le Iene’, che avanzava l’ipotesi dell’omicidio. Ipotesi oggi scartata. Ma allo stato nulla in più si sa circa il contenuto della relazione che è stata depositata circa un mese fa.

«Ci riserviamo ogni tipo di valutazione all’esito di ogni valutazione sulla consulenza tecnica», ha commentato l’avvocato Luca Condrò, che oggi assiste Tiziana Cantone unitamente agli avvocati Emiliano Iasevoli e Stefano Marcialis. La difesa prenderà visione della perizia nei prossimi giorni e la ‘lettura’ del materiale sarà affidata ai consulenti di parte, Vittorio Fineschi e Aniello Maiese dell’istituto di medicina legale della Sapienza di Roma.

Tiziana Cantone fu trovata senza vita il 13 settembre del 2016, nella sua abitazione a Casalnuovo. La ragazza aveva un foulard al collo. La donna era particolarmente provata a seguito della pubblicazione di alcuni suoi video privati, dal contenuto intimo, diventati subito virali. L’esposizione di Tiziana ne minò lo stato psicologico. Di qui la convinzione degli inquirenti che la 31enne si tolse la vita. Da quel giorno la mamma di Tiziana si è battuta nelle aule dei tribunali, anzitutto in quelle civili, per far rimuovere dai grandi colossi del web, da Facebook a Google, i video di Tiziana. Una battaglia difficilissima che sembrava essere stata vinta. Ma pochi giorni fa un articolo de ‘Il Fatto Quotidiano’ ha rivelato che uno dei video di Tiziana, ritenuti ‘eliminati’, è rispuntato dal dark web finendo nuovamente nella Rete. Dopo giorni di clamore, il video è stato rimosso.

Parallelamente alla battaglia in sede civile, la madre di Tiziana ha sollecitato indagini sulla morte della figlia, convinta che Tiziana non si sia suicidata.

Il caso di Tiziana Cantone ha dato origine a più fascicoli di inchiesta: la più importante, per istigazione al suicidio, fu archiviata dal Gip di Napoli Nord, su richiesta della Procura, nel dicembre 2017. Attualmente a Napoli Nord restano dunque due fascicoli: quello per omicidio volontario, che rimarrà aperto anche dopo il deposito della relazione sull’autopsia: gli inquirenti attendono infatti il deposito della perizia psicologica che dovrebbe far luce sulle condizioni emotive di Tiziana, e solo a seguito di queste risultanze decideranno se archiviare l’indagine o se continuare a indagare per omicidio.

C’è poi l’indagine per frode processuale aperta in relazione alla cancellazione dei dati dall’iphone e dall’ipad della Cantone, avvenuta mentre gli apparecchi erano tenuti in custodia dai carabinieri; in questa inchiesta vi sono alcuni indagati. Ma anche la Procura di Napoli ha aperto dei procedimenti: attualmente l’ex fidanzato di Tiziana è sotto processo con l’accusa di avere calunniato i presunti diffusori dei video e per aver cancellato alcuni documenti dal cellulare della ragazza.

mercoledì, 25 Maggio 2022 - 18:31
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