Di nuovo in piazza per protestare contro la riforma Cartabia. Dopo la manifestazione dello scorso settembre davanti a Montecitorio, Confsal Unsa, prima sigla sindacale del comparto giustizia, torna in piazza. Accadrà il 6 giugno.
Lo annuncia, in una nota, lo stesso sindacato dando appuntamento alle ore 10 in Piazza Cairoli, dove farà il punto sullo stato della giustizia in Italia, annunciando iniziative e proposte per i prossimi mesi.
«Ad oggi, dopo ben nove mesi, non è cambiato assolutamente nulla – dice il segretario generale Massimo Battaglia – E, nei giorni scorsi, alle nostre proteste si sono aggiunte quelle dei magistrati che hanno incrociato le braccia contro la riforma del Csm. Il personale nel frattempo continua a lavorare sotto organico, con notevoli difficoltà ambientali e strumentali, dai tribunali alle carceri agli uffici Nep, se è vero come è vero che al 31 dicembre c’erano 32.000 dipendenti a regime su 43.000».
Nel mirino di Confsal Unsa vi è anzitutto la riforma Cartabia, bollata come «insensata»: «Non risolve i problemi della giustizia e non tiene conto delle necessità reali dei lavoratori – osserva Battaglia – Mi domando come si possa pensare di varare una riforma in modo così omertoso ovvero senza alcun tipo di concertazione con i diretti interessati».
«La verità – prosegue Battaglia – è che tra pochi mesi questo governo sarà agli sgoccioli, il Paese tornerà in campagna elettorale e i problemi della giustizia e del suo personale, ormai alla canna del gas, saranno più grossi di prima».
E ancora: «I 2 miliardi e 300 milioni di euro che la riforma e il PNRR destinano all’ufficio per il processo sono soldi buttati, perché invece di alleggerire le cancellerie alimentano forme di lavoro precario. Molti dei giovani neoassunti – denuncia Battaglia – non sono stati messi in grado di svolgere le reali mansioni per le quali sono stati assunti, anche perché una buona parte della magistratura è contro la riforma. Al posto di provvedimenti strutturali, la riforma ha aggiunto burocrazia alla burocrazia, complicando una situazione già critica. In altre parole, è solo l’ennesima toppa su un vestito rotto. Ecco perché scenderemo in piazza lunedì prossimo».
Leggi anche:
– Caso Tortora, il racconto inedito di Morello: «Dopo l’assoluzione, molti colleghi di mio padre ci giravano la faccia»
– Sfregiate con l’acido a Napoli, la zia nega l’uso del liquido: «Le ho fermate ma non le ho sfigurate. Il pm dispone il carcere
– Napoli, Scopelliti: «Tortora vittima di un crimine. Ho paura della deriva giudiziaria di oggi. Ecco perché dico sì ai referendum»
giovedì, 2 Giugno 2022 - 08:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA