Sfregiate con l’acido, il gip smentisce la versione dell’indagata: «Raid preordinato, modalità raccapriccianti»

Tribunale
di Laura Nazzari

Un raid «preordinato» dalle «raccapriccianti modalità», che denota «una straordinaria e radicata propensione» dell’indagata «a risolvere qualsiasi questione, mediante il ricorso a inaudite forme di violenza».

E’ con queste parole che il giudice per le indagini preliminari Saverio Vertuccio della 20esima sezione penale del Tribunale di Napoli inquadra l’aggressione ai danni di due sorella, Elena e Federica, per mano della loro giovanissima zia. La valutazione dell’accaduto, risalente alla notte tra il 29 e il 30 maggio scorsi, è cristalizzata nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale, nel pomeriggio, è stato disposto il carcere per la 19enne Francesca in relazione all’accusa di deformazione dell’aspetto mediante lesioni personali permanenti al viso.

Tutte le tappe della vicenda

Nelle 14 pagine di provvedimento, il gip Vertuccio ha smontato la difesa della 19enne che ha confermato l’intenzione di picchiare le due nipoti ma ha negato di averle lanciato contro l’acido che ha provocato loro delle ustioni: ci sono «numerosi punti critici» nel racconto che «rendono inverosimile la deposizione dell’indagata».

La 19enne Francesca, è l’osservazione del giudice, ha reso più dichiarazioni, tra loro diverse, su alcuni aspetti della vicenda, come la modalità dell’inseguimento operato ai danni delle nipoti: la sua ricostruzione, ad esempio, è stata smentita dalle immagini delle telecamere, che hanno ripreso gran parte della fase dell’accerchiamento ma non il momento del lancio dell’acido.

Dichiarazioni «contraddittorie» sono state rese dalla 19enne anche sul come si sarebbe accorta che ad avere la disponibilità dell’acido fossero, a suo dire, le sue nipoti: dapprima ha riferito che era stata l’amica a metterla in guardia, poi ha aggiunto di averlo semplicemente supposto perché sapeva che le due sorelle erano solite girare con l’acido, e infine ha sostenuto di avere visto la bottiglia coi suoi occhi e di avere pure visto le due litigarsi la bottiglia da usare contro la zia.

L’indagata, dunque, è apparsa troppo ‘confusa’, come se di volta in volta provasse ad aggiustare il tiro delle dichiarazioni. Invece le dichiarazioni delle due sorelle, ha osservato il gip, sono «intrinsecamente attendibili per chiarezza, linearità e coerenza logica e cronologica». Il solo punto sul quale le due hanno indignato è stata l’individuazione dell’indagata quale autrice dell’efferato gesto: per il gip vi è una «remora comprensibile, che si spiega in ragione del timore di possibili ritorsioni».

Non vi è dubbio, quindi, a parere del gip Vertuccio che la 19enne si sia resa responsabile di «un disegno preordinato e portato a compimento con la complicità di altri soggetti» che adesso rischiano caro il loro coinvolgimento. Il lavoro della Polizia non è finito.

venerdì, 3 Giugno 2022 - 22:30
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