A Napoli cortocircuito sui “panni stesi”. Retromarcia sul divieto, ma Manfredi confonde ordinanza e regolamento

di Gianmaria Roberti

Sullo sgocciolare dei panni stesi, la giunta comunale di Napoli rischia uno scivolone, tra smentite, retromarce e una valanga di critiche sui social. Un cortocircuito comunicativo, originato dalla bozza del regolamento di Polizia Urbana. Un documento datato 14 giugno – elaborato dagli uffici di Palazzo San Giacomo – da sottoporre domani all’esame della giunta. E poi, per l’approvazione finale, al voto del consiglio comunale. Tra i comportamenti vietati, all’articolo 11 (comma E), c’è anche lo «stendere o appendere biancheria, panni, indumenti e simili al di fuori dei luoghi privati, nonché alle finestre, sui terrazzi e balconi prospicienti la pubblica via quando ciò provochi gocciolamento sull’area pubblica». In pratica, si prendono di mira i celebri “panni stesi”. Un uso popolare scolpito nell’iconografia napoletana, conosciuto in tutto il mondo.

Sull’iniziativa della giunta Manfredi, si è rovesciato un diluvio di commenti negativi. C’è chi ironizza, certo. Ma pure chi si indigna, considerando i gravi problemi della città, assai più pressanti. Una nota della giunta frena: «La sicurezza urbana è una priorità di questa amministrazione. Esclusivamente questo tema sarà oggetto, come annunciato quando fu emessa un’ordinanza ora in scadenza, di un apposito regolamento da approvare in Giunta per poi essere sottoposto al vaglio delle Commissioni competenti e poi del Consiglio comunale». Il niet ai “panni stesi”, tuttavia, è lì, nero su bianco. Ma dinanzi all’incendio delle polemiche, il sindaco è corso ai ripari, facendo il pompiere. «I panni stesi nei vicoli sono un elemento di rappresentatività un po’ della nostra città, non – spiega Manfredi – di mancanza di decoro.  È ovvio che dobbiamo sempre mantenere un confine tra quella che è la nostra tradizione popolare e l’ordine, però non penso che questa ordinanza esisterà mai». Insomma, sembrano scongiurati provvedimenti punitivi. I panni stesi «resteranno, senza dubbio – rassicura il sindaco-: sono stesi così perché nei vicoli stretti di Napoli, dove difficilmente entra il caldo del sole, solo in questa maniera si possono asciugare. E quindi, visto che noi i panni li vogliamo far asciugare dai nostri cittadini, non penso che questa ordinanza esisterà mai».

Le parole di Manfredi, nella sostanza, smorzano la controversia. Ma aprono altri interrogativi. Il primo cittadino parla di «ordinanza» sui panni stesi. Cioè un atto riservato al sindaco, come organo monocratico, adottato in solitudine. E per di più “contingibile e urgente”, ossia di stretta necessità e indifferibile. La disposizione sui “panni stesi”, invece, è contenuta in un regolamento. Vale a dire un atto deliberato dal consiglio comunale, a maggioranza assoluta, lungamente – si suppone – meditato, nella sua preparazione. Un lapsus di Manfredi? Lui dovrebbe ben conoscere la differenza tra ordinanza e regolamento. Di certo, è qualcosa che non semplifica il quadro, già complicato di suo.

giovedì, 16 Giugno 2022 - 14:20
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