Faida Sibillo-Buonerba, sconto di pena per la moglie del boss che incitò al delitto D’Alpino: «Occasione mandata da Dio»

L'omicidio di Salvatore D'Alpino ripreso dalle telecamere

Sconto di pena per una delle donne protagoniste della guerra di camorra scoppiata tra i Sibillo e i Buonerba per il controllo della zona di via Oronzio Costa a Napoli, dove i Buonerba avevano il loro quartiere generale.

I giudici della quarta sezione della Corte d’Assise d’Appello di Napoli hanno accolto la richiesta della difesa (rappresentata dagli avvocati Leopoldo Perone e Sergio Simpatico) ed hanno ridimensionato la vecchia sentenza di condanna a 30 anni di reclusione che aveva colpito Emilia Sibillo. La donna, che è la moglie del ras Giuseppe Buonerba, ha rimediato 20 anni di reclusione per il concorso nell’omicidio di Salvatore D’Alpino, ammazzato il 30 luglio del 2015 in piazza Mancini a Napoli. Nel raid rimase ferito anche Sebastiano Cardarelli, che era estraneo all’agguato. Lo sconto di pena è arrivato dopo che la Corte ha deciso di annullare l’aggravante della premeditazione dalla contestazione di omicidio e tentato omicidio aggravati dalla matrice camorristica.

D’Alpino venne eliminato perché era in affari con Antonio Napoletano detto ‘o nannone, che era l’originario obiettivo del raid. Non riuscendo però a stanare Napoletano che se ne stava nascosto, i Buonerba decisero di ripiegare su un uomo dei suoi uomini. Così quando il 30 luglio del 2015 arrivò la segnalazione della presenza di D’Alpino in strada, il clan decise di agire. Le ‘cimici’ piazzate in casa di Gennaro Buonerba ripresero così in tempo reale la frase pronunciata proprio da Emilia Sibillo all’arrivo dell’informazione su D’Alpino: «Questa occasione ce la manda il Padreterno». Poche ore dopo D’Alpino venne ucciso: l’uomo si occupava della riscossione del ‘pizzo’ tra gli ambulanti nella zona di Porta Capuana dove i Buonerba esercitavano la loro pressione criminale. Il delitto fu ripreso da una telecamera.

Per l’omicidio di D’Alpino ci sono già altre condanne divenute definitive nel 2019 a seguito della pronuncia della Corte di Cassazione

venerdì, 1 Luglio 2022 - 12:16
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