Sfregiata a 12 anni dall’ex fidanzatino, lui le scrive una lettera di scuse e confessa. Il gip lo lascia nel carcere minorile

aula tribunale
di Laura Nazzari

Precisa di non essersi servito di un coltello ma di un tagliaunghie, che teneva agganciato alle chiavi. E aggiunge, a scanso di equivoci, di non avere premeditato l’aggressione ma di aver agito durante l’ennesima lite esplosa per caso in strada. Il 16enne che, nella notte tra lunedì 11 e martedì 12 luglio, ha aggredito l’ex fidanzatina di 12 anni, sfregiandole la guancia destra, ha risposto alle domande in sede di udienza di convalida del fermo, tenutasi dinanzi al giudice per le indagini preliminari Paola Brunese del Tribunale per i minorenni di Napoli. «Sono pentito, chiedo scusa», ha detto.

Quindi il giovane, legato da vincoli di parentela a personaggi di spicco della malavita organizzata dei Quartieri Spagnoli, ha spiegato cosa lo ha spinto ad aggredire la 12enne e cosa ha fatto nelle ore immediatamente successive, prima di essere arrestato. Ad accendere la minaccia sono state alcune foto pubblicate sui social dalla 12enne che la ritraevano insieme a un altro giovane. «Ho pensato che mi avesse tradito», ha subito commentato il 16enne, che ha quindi dato la sua chiave di lettura sulla relazione con la 12enne.

«Io non pensavo che ci eravamo lasciati. Avevamo litigato ma secondo me stavamo ancora insieme, quindi quando ho visto quelle foto ho pensato che mi avesse tradito», ha detto. Per la 12enne, invece, la storia era archiviata. Tant’è, convinto di essere stato tradito il 16enne, già nella serata di domenica, aveva litigato con quello che credeva essere il terzo incomodo. Poi quando nella notte tra lunedì e martedì scorsi ha incrociato in strada la 12enne, l’adolescente l’ha fermata chiedendo dei chiarimenti. E in pochi istanti l’ha sfregiata ferendola alla guancia destra. «Io non ho capito più niente», ha detto, precisando di avere usato non un coltello bensì un tagliaunghie con una piccola lama a uncino. «Poi ho visto tutto quel sangue, mi sono spaventato e sono scappato. Ho avuto paura e ho buttato tutto: i vestiti, il tagliaunghie», ha concluso. 

Il 16enne ha poi ricostruito cosa ha fatto in quelle 12 ore di irreperibilità: «Sono andato a dormire a casa del nonno, che insieme a mamma mi hanno detto che dovevo andarmi a costituire». E infatti l’adolescente si stava recando dai carabinieri della caserma dei Quartieri Spagnoli quando è stato bloccato. In sede di convalida il giovane, difeso dall’avvocato Domenico Dello Iacono, ha anche fatto presente di avere scritto una lettera di scusa alla 12enne mentre si trovava al centro di prima accoglienza ai Colli Aminei in attesa del confronto con il gip. All’esito dell’udienza, il giudice ha spiccato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con il quale il 16enne viene bloccato nell’istituto di pena minorile di Nisida. A carico del giovane c’è l’accusa di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.

venerdì, 15 Luglio 2022 - 19:07
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