Amatrice, crollo palazzina (con 7 vittime) nel sisma del 2016: chieste 3 condanne e 2 assoluzioni


Il 24 agosto del 2016, sotto le macerie della palazzina ex In-Casa di piazza Augusto Sagnotti 1 ad Amatrice, rimasero 7 persone. Tutta colpa del terremoto, si pensò. Ma poco dopo la procura ha puntato l’indice contro chi si occupò della manutenzione dell’edificio, sostenendo che la ristrutturazione effettuata non rispettò le norme antisismiche e non fu effettivamente collaudata: in pratica, per la procura, il terremoto fu solo una concausa.

Sulla scorta di queste conclusioni, nella giornata di ieri il pm della procura di Rieti Lorenzo Francia ha chiesto 3 condanne e due assoluzioni. La condanna a 6 anni è stata proposta per l’ingegnere Ivo Carlo, mentre 5 anni a testa sono stati chiesti per i due funzionari del Genio civile, Valerio Lucarelli e Giovanni Conti. L’assoluzione, invece, è stata sollecitata per l’ex sindaco di Amatrice e attuale consigliere regionale della Lega, Sergio Pirozzi, e per il funzionario Genio civile Maurizio Scacchi (già condannato nel processo per il crollo delle altre due palazzine ex Ater).

Dopo la requisitoria ha preso la parola l’avvocato di parte civile Wania Della Vigna che rappresenta, insieme al collega Guido De Luca, i familiari delle vittime (5 delle 7 causate dal crollo). «Sicuramente non è stata l’eccezionalità del sisma a cagionate la morte di coloro che dormivano tranquillamente la notte del 24 agosto 2016 dentro la palazzina ex Ina Casa», ha detto l’avvocato.

«Quella casa – ha aggiunto il legale – era un castello di carta, un edificio vulnerabile, molto fragile che aveva ricevuto danni, con relativa ordinanza di sgombero post sisma del 6 aprile 2009. Fu quindi una morte annunciata che si poteva evitare progettando in maniera diversa e risolvendo le fragilità strutturali o comunque informandone i poveri residenti. Maria Ippoliti, Benito Neroni, il giovane figlio Alessandro Neroni, Gigliola Bonanni con il giovane figlio Diego Nicoletti – ha detto ancora l’avvocato Della Vigna – non sarebbero morti davanti agli occhi dei loro congiunti, quali Iury Fiordomo (convivente more uxorio di Alessandro Neroni) e Franco Nicoletti, nonché Assuntina Cicconi, tutti miracolosamente sopravvissuti sotto le macerie. Per questo i parenti delle vittime attendono dal giudice Sabatini una risposta di giustizia che sicuramente troveranno». La sentenza è attesa per la fine di settembre.

venerdì, 22 Luglio 2022 - 08:20
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