Ci sono i candidati dalle correnti, ma ci sono anche candidati indipendenti. Per le elezioni del Csm, fissate il 18 e il 19 settembre, c’è un boom di aspiranti consiglieri togati. E non tutti sono espressione delle correnti, dalle quali proviene compatta la difesa del sano associazionismo e la condanna della degenerazione del correntismo inteso come corsia preferenziale per fare carriera. Molti dei magistrati che hanno deciso di scendere nella mischia sono indipendenti.

Tra questi spicca il nome del pm Henry John Woodcock, in forza alla procura della Repubblica di Napoli. In una lettera, inviata ai colleghi, il magistrato ha spiegato le ragioni della candidatura, sottolineando che si presenta «senza l’aiuto, ma anche senza i condizionamenti, che possono venirmi da un gruppo organizzato, quale esso sia». «Mi candido perché sono un magistrato che ha sempre lavorato, come la maggior parte di voi – annota – Perché sono un magistrato che si è ‘sporcato le mani’ col lavoro di ogni giorno. E perché sono un magistrato… che considera il lavoro giudiziario come il proprio unico orizzonte professionale, non come il trampolino di lancio verso altre carriere o incarichi vari». Ed è proprio «a magistrati come noi», dice ancora il pm, che «oggi tocca prendersi carico dei problemi che ci affliggono».
Nella lettera c’è anche una censura alla correnti, a ciò che sono diventate: «So riconoscere – scrive il pm – quanto le correnti siano state le fucine feconde delle ignori idee che sono poi diventate patrimonio dell’intera magistratura. Ma questo, ahimè, accadeva tanto tempo fa… e sarà forse questo il motivo per cui non mi sono mai scritto ad alcuna corrente, tenendomi così ben lontano dalle degenerazioni, dalle logiche di appartenenza, dai ‘pacchetti’, che ci hanno portato all’infelice situazione attuale». Quella di Woodcock sarà una sfida particolare. Il magistrato è finito sotto procedimento disciplinare per via dell’inchiesta Consip da lui istruita e poi trasferita a Roma, ma nel 2020 – dopo un braccio di ferro con il Csm che l’ha portato anche davanti alle sezioni Unite delle Cassazione – è stato assolto dall’unica accusa che era rimasta in piedi, ossia l’accusa di avere violato la consegna del silenzio imposta dall’allora procuratore aggiunto facente funzioni Nunzio Fragliasso e di avere parlato con la giornalista di Repubblica Liana Milella, affidandole alcune considerazioni sull’indagine. Una parentesi: a innescare il procedimento è stato il pm di Roma Mario Palazzi, che è tra i candidati per le elezioni del Csm.
Si vocifera che la candidatura di Woodcock potrebbe avere determinato un passo indietro di Nicola Gratteri, che, dopo la cocente delusione per la mancata nomina a procuratore della Direzione nazionale antimafia (incarico andato a Giovanni Melillo), stava accarezzando l’idea di entrare a far parte dell’organo di autogoverno della magistratura. Gratteri era stato a lungo corteggiato da ‘Autonomia & Indipendenza’, ma alla fine la sua discesa in campo è sfumata.

Sempre da Napoli arriva la candidatura, da indipendente, di Eduardo Savarese, giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Napoli e affermato scrittore. Savarese è stato tra i sostenitori del referendum sulla giustizia. «I referendum vogliono essere un segnale di insofferenza per gli assetti della Costituzione materiale della magistratura, in sé e rispetto agli altri poteri dello stato. E qui bisogna essere netti: occorre separare gli insofferenti, che non ne possono più, dagli ignavi acquattati beatamente nello status quo», ha detto Savarese in un’intervista a Il Foglio pubblicata a giugno «Io sto cercando di non essere tra gli ignavi almeno da due anni – ha aggiunto Savarese – cioè da quando ho dato le dimissioni dall’Anm, in polemica con l’assenza di autocritica interna dopo lo scandalo delle correnti».
Candidatura indipendente anche per il giudice Giuseppe Cioffi del Tribunale di Napoli Nord, salito alla ribalta delle cronache qualche anno fa per via delle sue relazioni con i big di Forza Italia. Frequentazioni per via delle quali fu obbligato ad astenersi dal giudicare il processo che vedeva imputati per collusioni con la camorra i fratelli del parlamentare Luigi Cesaro. Cioffi, in verità, provò a resistere ma una campagna stampa di Repubblica sull’opportunità del suo incarico rispetto alla tela di amicizie e frequentazioni da lui intessuta lo spinsero a lasciare.
Candidature indipendenti anche per i due seggi disponibili nel collegio della Cassazione: in campo Stanislao De Matteis e Stefano Guizzi, entrambi napoletani di origine.

In magistratura dal 1994, Stanislao De Matteis è sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Prima di approdare alla Corte Suprema, De Matteis ha svolto le funzioni di giudice civile presso il Tribunale di S. Maria. C.V. e di Napoli, prevalentemente come giudice delegato ai fallimenti e addetto alla materia commerciale. Attualmente è componente elettivo del Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria. È stato per due volte componente del Consiglio giudiziario presso la Corte di appello di Napoli. È docente, dal 2003, presso le Scuole delle professioni legali dell’Università di Napoli, della Seconda Università degli Studi di Napoli, dell’Università del Molise e dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Stefano Guizzi, invece, è in Cassazione dal 7 febbraio del 2013, è magistrato della Corte Suprema, sezione civile. Il suo nome è familiare alle cronache per via del fatto che Guizzi ha difeso l’ormai ex pm Luca Palamara nel procedimento disciplinare dinanzi al Csm che si è poi concluso con la radiazione di Palamara dalla magistratura.
lunedì, 25 Luglio 2022 - 14:19
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