Napoli, donna travolta davanti al ristorante: arrestato l’ultimo ricercato, era in Spagna. Accusato delle minacce al marito

Cala la pasta ristorante
Il ristorante Cala la pasta in via Tribunali a Napoli

E’ finita in Spagna la fuga di Luigi Capuano, il 34enne colpito dall’inchiesta sull’investimento della moglie del ristoratore di ‘Cala La Pasta’ in via dei Tribunali. L’uomo è stato arrestato a Valencia, sulla base di un mandato di arresto europeo emesso dalle autorità italiane, con la collaborazione del personale del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e del collaterale organo di polizia spagnolo.

Capuano era ricercato dal 16 maggio scorso, quando la Squadra Mobile eseguì altri arresti nell’ambito dell’indagine. Tutto partì dall’investimento della 41enne Veronica Carrasco, la moglie del titolare del ristorante, proprio dinanzi al locale: una moto che procedeva ad alta velocità investì la donna.

Dopo l’incidente il centauro si diede alla fuga e a distanza di poco tempo giunsero sul posto un gruppo di persone che minacciò i presenti, tra cui anche dei turisti argentini, per impedire che il conducente, loro amico, finisse nei guai. Fu proprio Capuano, secondo quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile di Napoli, a rivolgere delle gravi minacce al fratello del titolare del ristorante “Cala la Pasta”, che stava riprendendo la scena con il suo cellulare, dicendogli: «Ti veniamo a sparare dentro casa tua, sappiamo dove abiti, non denunciare altrimenti di facciamo saltare in aria il ristorante».

In quell’occasione vennero aggrediti e minacciati con un’arma sia il titolare Raffaele Del Gaudio e lo chef del ristorante, anche per indurli a non presentare la denuncia, sia dei turisti argentini intervenuti per dare supporto a un loro amico ferito. Questi furono aggrediti anche col lancio di tavolini e sedie, dopo che avevano cercato di evitare che il motociclo dell’investimento venisse portato via.

Capuano deve rispondere dei reati di violenza privata e favoreggiamento personale, aggravati dalle modalità mafiose, reati che sono stati contestati anche ai suoi complici: Patrizio Bosti, 19enne nipote del boss Patrizio Bosti, famiglia componente la cosiddetta “Alleanza di Secondigliano”, e Giorgio Marasco, di 18 anni. Alla guida della moto, secondo le risultanze investigative, vi era il 21enne Gennaro Vitone, che è stato sottoposto ai domiciliari per lesioni personali stradali con l’aggravante della fuga.

mercoledì, 27 Luglio 2022 - 18:05
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