Politiche, magistrati candidati con le nuove regole sullo stop alle ‘porte girevoli’: la data x per sapere chi scenderà in campo


Le regole elettorali sono cambiate anche per loro. I paletti introdotti dalla riforma Cartabia, divenuta legge dopo il ‘sì’ in Senato dello scorso giugno, pongono nuove condizioni ai magistrati che intendono battere la strada della politica. E così sarà interessante capire chi deciderà di imbarcarsi in questa nuova avventura.

Il 19 agosto il Csm si riunirà in un’assemblea plenaria straordinaria per esaminare le eventuali richieste di collocamento in aspettativa da parte di magistrati che intendono candidarsi elezioni politiche del 25 settembre. In base alla normativa che disciplina il procedimento elettorale, ha spiegato il vicepresidente del Csm David Ermini, «le liste dei candidati alle elezioni legislative devono essere depositate alla Cancelleria della Corte di appello o del Tribunale del capoluogo della regione dalle ore 8 del 35esimo giorno alle ore 20 del 34esimo giorno antecedenti quello della votazione, e quindi tra le ore otto del 21 agosto prossimo e le ore 20 del 22 agosto. Insieme con le liste dei candidati devono essere presentati gli atti di accettazione delle candidature».

In caso di candidature di magistrati, ha aggiunto il vicepresidente del Csm, la legge «stabilisce che non possono essere eletti coloro che all’atto dell’accettazione della candidatura non siano in aspettativa senza assegni». «Naturalmente le richieste di collocamento in aspettativa da parte dei colleghi interessati – ha precisato Ermini – dovranno essere formulate prima della formale accettazione della candidatura e con la tempestività necessaria per renderne possibile l’esame all’assemblea plenaria indicata. Il collocamento sarà deliberato con effetti dalla data dell’istanza al fine di renderlo già efficace all’atto dell’accettazione della candidatura». 

Ma cosa cambia per i magistrati che oggi decidono di candidarsi? Chi si candida ma non sarà eletto potrà tornare a indossare la toga ma dovrà farlo chilometri lontano dalla città dove ha esercitato: la riforma, infatti, prevede che i candidati non eletti non potranno, per tre anni, tornare lavorare nella Regione che comprende la circoscrizione elettorale dove si sono presentati né in quella dove si trova il distretto dove prima lavoravano; in più non possono assumere incarichi direttivi e svolgere le funzioni penali più delicate (pm e gip/gup). Chi, invece, si candida e viene eletto non potrà più tornare in magistrato: verrà collocato fuori ruolo nelle amministrazioni pubbliche. In buona sostanza, per chi non ha velleità di rimanere per sempre in politica, la posta in gioco è assai alta, ecco perché il numero di ‘nuovi’ magistrati candidati alle Politiche 2022 potrebbe essere assai ridotto. 

lunedì, 1 Agosto 2022 - 11:51
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