Politiche, Meloni dichiara lo stop a salario minimo e reddito di cittadinanza. Allo studio l’aumento delle pensioni minime

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia

Giorgia Meloni è risoluta: «No al salario minimo», stop anche al reddito di cittadinanza, mentre è forte l’interesse per aumentare le pensioni minime. Matteo Salvini, invece, lascia una porta aperta sui temi più spinosi.

Ci sono misure di sostegno economico che – con il nuovo Governo – si incammineranno su percorsi diversi a seconda della coalizione che vincerà. Giorgia Meloni, senza timore di toccare le corde di temi molto sentiti toccando essi il portafoglio degli italiani, ha chiaramente detto che il salario minimo non è nell’agenda di governo di Fratelli d’Italia. «Il salario minimo è uno specchietto per le allodole: serve tagliare le tasse sul lavoro. Non ho condiviso la scelta di Draghi quando aveva 8 miliardi di euro di spalmarli sull’Irpef, la strada da perseguire e’ quella di alleggerire le tasse sul lavoro», ha detto Meloni intervenendo alla trasmissione “24 Mattino Estate’ su Radio24. Secondo Meloni bisognia «favorire chi assume»: «L’unico modo di combattere la povertà è la crescita, bisogna favorire la possibilità che le aziende lavorino e assumano». 

Salvini, invece, ci va più cauto, per non inimicarsi una fetta di elettorato. E così si mantiene in equilibrio senza sbilanciarsi: «Salario minimo? Se non si abbassano le tasse e si toglie burocrazia alle imprese, non ci sarà più nessuno che paga i salari, ne massimi né minimi», ha detto ieri sul palco del Caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca. 

Posizione ‘mediana’ invece per Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, fondatore di ‘Coraggio Italia, una delle quattro gambe elettorali del raggruppamento “Noi moderati ” dell’alleanza di centrodestra. Intervistato da radio 24 pochi giorni fa, Brugnaro ha spiegato: «Non sono contrario al salario minimo, che in parte esiste già. Sono contratto alla sua imposizione per legge». Misure come quella del salario minimo devono essere «una trattativa tra le parti sociali» e va prevista nei contratti di lavoro nazionali. «Sono contrario all’imposizione per legge – spiega – perché oggi si impone il salario, domani ti possono imporre anche l’orario lavoro». Secondo Brugnaro è tempo di «ridare forza ai corpi intermedi». 

Anche sul reddito di cittadinanza Giorgia Meloni mostra totale chiusura. «Sono 4 anni che assumo toni duri su una misura culturalmente sbagliata, uno Stato giusto distingue l’assistenza a chi non può lavora e il sostegno per chi lavori mentre noi abbiamo messo tutti sullo stesso piano», ha spiegato a Radio 24. «Se le stesse risorse destinate al reddito di cittadinanza le avessimo date, per la stessa quota, alle imprese per assumere le persone, oggi avremo meno disoccupati e a carico dello Stato», ha aggiunto.

Forza Italia, invece, è più moderata: il reddito va rimodulato ma non abolito perché esiste una questione povertà che non va ignorata. «Il reddito di cittadinanza detiene un record ineguagliabile. A occhio e croce è la legge più frodata della storia repubblicana del nostro Paese. Non passa giorno, infatti, che le cronache ci informano di nuovi e vecchi furbetti. Chi lo percepisce senza averne i requisiti o contemporaneamente conduce due o più lavori in nero. Di fronte all’evidenza è impossibile non rivolgere ai sostenitori del RdC una domanda chiara: era questa la vera finalità della misura? Foraggiare chicchessia disincentivando il lavoro regolare? Di certo esiste una ’emergenza reddito’. È sotto gli occhi di tutti che così com’è non va. Serve una rimodulazione della misura che deve servire solo per sostenere chi non è materialmente in grado di lavorare. Lo Stato non può continuare a stipendiate chi sta a casa e non vuole guadagnarsi da vivere con un lavoro regolare», ha scritto in una nota Patrizia Marrocco, deputata di Forza Italia. 

Ciò che invece Giorgia Meloni vorrebbe ritoccare in favore dei cittadini sono le pensioni minime: «Io come tutto il centrodestra sono certa che le pensioni minime sociali e di invalidità siano inadeguate». Ma la leader di Fdi non fa promesse, non quantizza l’idea dell’aumento e quindi non ‘spara’ cifre, perché ci sono conti da fare prima di sbilanciarsi: «Le risorse per renderle adeguate a inflazione e una realtà che muta si possono certamente trovare in un sistema che oggi spende 100 miliardi in bonus inutili e finanzia un inutile reddito cittadinanza inutile». «Noi – ha sottolineato Meloni- vogliamo realizzare un sistema previdenziale e di assistenza giusto ed equilibrato nel suo complesso. Le risorse ci sono. In Italia abbiamo speso 180 mld i europei ottenuti per la pandemia. E ora ne abbiamo da gestire 25mld investiti sul Pnrr. Dobbiamo farlo bene. Lavoreremo per questo». 

giovedì, 18 Agosto 2022 - 10:48
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