Torneremo all’epoca dei nostri nonni, quando conservare e risparmiare erano il retaggio di un’epoca dura come quella della guerra. Non c’è il punto interrogativo al termine di questa frase perché basta leggere i quotidiani e guardare un qualsiasi telegiornale con le notizie dalla Russia e dall’Europa per rendersi conto che attraverseremo un autunno e un inverno di ristrettezze energetiche e non solo. Lo stop alla fornitura del gas da parte dell’Orso russo mette in ginocchio l’Europa e in particolare l’Italia con la sua non autosufficienza energetica. Ci aspettano bollette salatissime e soprattutto si prospetta un cambio radicale di abitudini per una società come quella occidentale abituata ai consumi, all’opulenza (di alcuni) e di sprechi.
Sull’onda di queste proiezioni nefaste, molti si ingegnano su come tagliare questi benedetti consumi e molte ricette ricalcano esattamente quelle dei nostri nonni. Per esempio: cuocere la pasta a fuochi spenti, proprio come molte donne italiane hanno fatto fino anche a dopo il boom economico. A lanciare l’idea, in verità non originalissima, il fisico Giorgio Parisi che ha postato su Facebook quello che altro non è che il metodo di cucina per assorbimento già noto e che permette un taglio netto al consumo di gas. Un sistema che funziona, garantisce il chimico e divulgatore scientifico Dario Bressanini, che ha dedicato a questo tema una serie di video su Youtube visualizzati da più di un milione di mezzo di persone.
«Si sa da 200 anni – dice Bressanini all’Ansa- che non è l’ebollizione dell’acqua, il vedere le bolle, a cuocere ma semplicemente la temperatura dell’acqua che trasferisce calore alla pasta, al riso bollito o a un uovo sodo. E’ una cosa che stupisce molto perché noi, per tradizione, siamo sempre stati abituati a mantenere l’ebollizione, addirittura non usare il coperchio».
In cosa consiste dunque questo metodo: far bollire l’acqua, mettere il sale, buttare la pasta, mescolare, aspettare che torni l’ebollizione, poi spegnere il fuoco, chiudere bene con il coperchio e non riaprirlo fino al termine del tempo di cottura, che può essere allungato di un minuto. Semplice e, a quanto pare, utile come taglia-rincari-
Per risparmiare qualcosa in più indica ci sono poi altre soluzioni indicate da Bressanini come usare un bollitore o riscaldare l’acqua con il microonde. Anche in questi casi poi bisogna mettere l’acqua in una pentola, riportarla all’ebollizione e salarla, quindi buttare la pasta, mescolare e chiudere con il coperchio fino al momento di scolare.
I Pastai italiani di Unione Italiana Food in un loro studio su questa “cottura passiva”, a fuoco spento e con il coperchio dopo i primi 2 minuti di cottura tradizionale, calcolano un risparmio di energia e emissioni di CO2 fino al 47%. Secondo l’associazione, questo metodo è adottato solo da un italiano su 10, mentre avrebbero preso piede le sane abitudini di usare meno acqua, 700 millilitri ogni 100 grammi (come farebbe uno su quattro) e mettere sempre il coperchio (lo farebbero nove su dieci).
L’importanza di questo ultimo aspetto è sottolineata anche da Parisi che scrive su Facebook, condividendo un post di Alessandro Busiri Vici: «La cosa più importante è tenere il coperchio sempre, il calore si perde moltissimo per evaporazione. Dopo che bolle la pasta io metto il gas al minimo, in maniera che bolla bassissimo senza consumare gas. Si può anche provare a spegnere ovviamente in questo modo si consuma ancora di meno e penso che la pasta si cuocia lo stesso. In fondo la pasta si cuoce bene anche in montagna con l’acqua che bolle a 90 gradi. Il coperchio è fondamentale».
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lunedì, 5 Settembre 2022 - 10:51
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