I beni di prima necessità, gli alimenti con cui riempiamo quotidianamente le nostre dispense, rischiano una impennata dei prezzi a causa della crisi energetica innescata dal conflitto tra Russia e Ucraina. Abbiamo già scritto della possibilità, paventata dai più grandi produttori della filiera casearia, che il latte aumenti fino a superare il prezzo della benzina e in verità, in alcuni casi, è già possibile trovare latte a più di due euro, fino a due euro e cinquanta. Ora il caro prezzi intacca anche l’alimento per eccellenza, il pane, e l’allarme risuona proprio dalla Campania.
Ieri infatti si è riunita la commissione Agricoltura della regione, presieduta dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli. Alla riunione hanno partecipato le associazioni dei panificatori guidate da Unipan- Confcommercio (con il presidente Mimmo Filosa portavoce della categoria).
Filosa ha illustrato la situazione insostenibile dei 5000 panifici della Campania. «A causa del caro energia, con bollette quintuplicate che rendono insostenibili i costi di gestione, per cui le aziende si trovano di fronte all’alternativa di aumentare il prezzo del pane fino a 5-6 euro al chilo, un prezzo insopportabile per i consumatori in una regione a basso reddito come la Campania, oppure cessare l’attività».
Filosa ha sottolineato che «senza interventi immediati di ristoro alle imprese la sospensione dell’attività, che mette a rischio oltre 30000 posti di lavoro, sarà una scelta obbligata».
«Borrelli si è impegnato a sollecitare una riunione urgente del Consiglio Regionale sul tema del caro materie prime e al tempo stesso di verificare urgentemente con la Giunta Regionale la possibilità di intervenire con un bonus di sostegno alle imprese che subiscono maggiormente gli effetti del caro energia. I panificatori – ha concluso Filosa – restano in stato di agitazione e sono pronti a fermare le attività in assenza di provvedimenti concreti».
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giovedì, 8 Settembre 2022 - 08:51
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