Suicida a 13 anni a Gragnano, indagini su precedenti pestaggi del gruppo di bulli

Il palazzo di Gragnano in cui viveva Alessandro

Nelle ore in cui Gragnano si stringeva alla famiglia di Alessandro e salutava il feretro del 13enne morto suicida, serrate continuavano le indagini della Procura di Torre Annunziata che, coordinata dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni, intende far completa luce sul caso dello studente precipitato dal quarto piano della sua abitazione perché, questa l’ipotesi da verificare, tormentato da un gruppetto di bulli.

Gli inquirenti che indagano sulla sua morta, convinti che Alessandro sia stato indotto a togliersi la vita a seguito delle angherie subite, stanno scavando a fondo nel passato del gruppo composto da 6 persone, quasi tutte imparentate tra loro).

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Il branco, emerge da alcune indiscrezioni riportate dai media, non sarebbe stato nuovo ad atteggiamenti vessatori nei confronti di altri ragazzini.   Dei sei indagati per istigazione al suicidio, due (un ragazzo e una ragazza) sono maggiorenni e – secondo indiscrezioni, non confermate né smentite dagli inquirenti – il maschio sarebbe già stato denunciato in passato, insieme al fratello di 16 anni, per aver pestato un adolescente.

Un pestaggio, a quanto pare, al quale avrebbero partecipato anche altri ragazzi.   Sia su questi particolari, sia sui rapporti intercorsi tra i giovani indagati ed Alessandro nei giorni immediatamente precedenti alla sua morte, la procura dei minorenni di Napoli e quella ordinaria di Torre Annunziata – che ancora non scartano del tutto l’ipotesi originaria dell’incidente – mantengono il riserbo.

Si parla di una serie di messaggi minatori da parte dei componenti del gruppo, di cui farebbe parte anche una ex fidanzatina della vittima: ma perché? Alessandro viene descritto da tutti come un ragazzino socievole e con molti amici, al quale tutti volevano bene, come dimostra la folla che ha gremito ieri la chiesa dove si sono svolti i funerali.

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giovedì, 8 Settembre 2022 - 11:05
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