Un colpo di mano che avrebbe gettato benzina sul fuoco dell’indignazione dell’opinione pubblica; mentre famiglie e imprese lottano quotidianamente contro i rincari e attendono l’approvazione del Dl Aiuti Bis, in questo stesso provvedimento che dà sostegni alle famiglie era stata introdotta la deroga al tetto agli stipendi dei manager della Pubblica Amministrazione. Uno smacco in tempo di crisi, contro il quale è intervenuto direttamente il premier Mario Draghi che, in sintonia con il presidente Mattarella, ha fatto presentare alla Camera un emendamento che blocca la deroga.
La deroga avrebbe in pratica consentito agli alti dirigenti ministeriali e ai capi di forze dell’ordine e forze armate di avere stipendi superiori a 240mila euro. Approvata in Senato, è stata appunto stoppata da Draghi; i senatori dovranno tornare in Aula quindi al fine di mettere una toppa a quelli che suona come un vero e proprio scandalo. Uno scandalo di cui nessuno di assume la responsabilità, tra i partiti che anzi, accusano il Governo di avere azionato la famigerata ‘manina’ per presentare in extremis la norma. Alla fine, dopo una serie di rimbalzi sul metodo per ‘cancellare’ il provvedimento, ovvero un ordine del giorno votato all’unanimità o un emendamento soppressivo, si è deciso per quest’ultimo votato poi dalla commissione Bilancio e presentato oltre che dal governo anche da tutti i gruppi parlamentari. E il Senato ha fatto sapere di essere pronto, se l’Aula della Camera confermerà la modifica del testo, a riaprire martedì 20 settembre per chiudere definitivamente la partita.
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giovedì, 15 Settembre 2022 - 09:10
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