Tredicenne morto mentre saliva le scale, docente a processo: «Conosceva malattia di Alessio ma lo sottopose allo sforzo»

Alessio Quaini (fonte foto Associazione Fallo nel cuore Facebook)

Andrà a processo l’insegnante che era in gita con un alunno cardiopatico deceduto dopo uno sforzo fisico compiuto per salire dei gradini. Una vicenda tragica, non solo per la drammatica fine del giovanissimo studente ma anche perché la sua sorte è stata identica a quella che anni  prima aveva colpito il fratello gemello. Entrambi affetti da una grave cardiopatia, si sono spenti nel fiore degli anni. Nel caso del 13enne Alessio Quaini, originario del Bresciano, la morte è sopraggiunta nel corso di una visita di istruzione l’11 aprile del 2014.

Da quella tragedia è nata una lunga controversia penale che ha raggiunto una prima tappa in questi giorni, con la richiesta di condanna nei confronti della docente del ragazzo, accusata di omicidio colposo; secondo l’accusa l’insegnante avrebbe dovuto evitare che Alessio salisse i 40 gradini che conducono alla Sala civica del Municipio di Villanuova di Clisi, nella Val Sabbia, per seguire una lezione sulla legalità. Quelle scale erano un ostacolo gravoso per il piccolo, visti i suoi problemi di salute.

Secondo i consulenti dell’accusa e i medici che curavano Alessio e gli avevano effettuato l’impianto del defibrillatore qualche anno prima in vista di un auspicato trapianto, quei 40 gradini dovevano essere evitati; per il pm la prof conosceva la situazione di Alessio ma ciò nonostante non evitò la salita. La difesa ha evidenziato invece che non è stato esaminato il defibrillatore di Alessio, che avrebbe potuto rivelare o meno con certezza l’aritmia cardiaca.

  Inoltre è stato sottolineato che non c’era certificazione medica portata a scuola dalla famiglia e che, solo qualche mese prima, il ragazzo era stato al Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, dove le scale non mancano e sono anche molte di più dei 40 gradini del Comune di Villanuova.   Per questi motivi l’avvocato Ennio Buffoli, legale dell’insegnante, ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste.

Furono del resto proprio gli insegnanti dell’adolescente i primi a soccorrerlo prima che fosse trasportato in ospedale dove purtroppo morì dopo qualche ora. Una notizia drammatica per i genitori Erica e Paolo, costretti a rivivere a distanza di pochi anni il peggior incubo per una madre e un padre. I coniugi hanno fondato “Fallo col cuore”, un’associazione che si occupa di raccogliere fondi per varie iniziative «per non rendere vana la loro breve ma intensa esistenza».

Leggi anche:
– Maltempo, tragedia nelle Marche: 6 vittime e 3 dispersi per una bomba d’acqua. Preoccupa il fiume Misa

venerdì, 16 Settembre 2022 - 08:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA