Operaio di Torre Annunziata morto per l’amianto, Inail condannata a risarcire: rendita di 2mila euro al mese per la vedova


L’Inail dovrà corrispondere un indennizzo agli eredi di Giovanni Panariello, operaio di Torre Annunziata morto di mesotelioma dopo anni di esposizione professionale all’amianto. A riconoscere il diritto all’indennizzo è stato il giudice del Tribunale di Velletri che ha disposto che alla vedova vengano versati circa 110mila euro di arretrati, compreso il fondo vittime amianto, e una rendita mensile di circa 2mila euro al mese.

Panariello aveva lavorato presso diverse ditte, tra cui l’Avis di Castellamare di Stabia, in particolare ha svolto attività di commercio e pulizia dei materiali di scarto tra cui la scoibentazione dell’amianto presente nelle carrozze ferroviarie.

Nel febbraio 2017 è arrivata la terribile diagnosi e l’uomo è morto a soli 66 anni nel dicembre dello stesso anno. L’Inail, che eppure aveva riconosciuto all’uomo la malattia professionale, contestava non solo il nesso causale tra il decesso avvenuto per amianto e l’attività lavorativa, ma la stessa esposizione all’asbesto. L’uomo, oltretutto era stato collocato in pensione nel gennaio 2010 usufruendo dei benefici previdenziali di legge per esposizione all’amianto con la certificazione della stessa Inps che ha rilevato: «E’ stata riconosciuta l’esposizione all’amianto per 666 settimane comprese nel periodo dal 11 febbraio 1978 al 16 settembre 1991».

«L’Inail ha negato l’evidenza e le sue stesse conclusioni – ha commentato il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l’avvocato Ezio Bonanni – evitando per l’ennesima volta di riconoscere i diritti degli eredi di una vittima amianto. Un uomo che ha lavorato tutta la vita per poter sostenere la sua famiglia e che si è ammalato proprio di mesotelioma, una patologia gravissima che lo ha portato via in meno di un anno».

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martedì, 20 Settembre 2022 - 10:22
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