Concordia, nuova vita per l’ex comandante Schettino: dalla cella a un ufficio. Sconta 16 anni per il naufragio


Una vita nuova, diversa, ma fuori dalla cella. Francesco Schettino, il comandante della nave Costa Concordia naufragata nel 2012 provocando 32 vittime, potrebbe uscire dal carcere per aderire ad una misura alternativa che non lo porterà certamente al timone di una imbarcazione ma tra scartoffie e polvere. Dovrà dare il proprio contributo alle istituzioni digitalizzando alcuni dei grandi processi della storia d’Italia, così da salvarli dal’incuria del tempo.

Schettino sta scontando una pena di sedici anni di reclusione a Rebibbia per il naufragio della Concordia e dopo 10 anni potrebbe vedere uno spiraglio oltre le mura del carcere.

Impegnato da anni in lavori utili all’interno del penitenziario, ha chiesto ora di poter ottenere la nuova misura alla direzione di Rebibbia che prevede possa digitalizzare gli atti dei processi di Ustica, seduto dietro una scrivania della Discoteca di Stato. Schettino ha infatti maturato il termine che gli consente di accedere a misure alternative: arrivato quasi a metà della pena potrebbe quindi accedere ai benefici previsti dalla sua attuale situazione detentiva.

La nuova attività, racconta Lorenzo Attianese sull’Ansa, “avrebbe già dovuto cominciare, ma è slittata di qualche giorno, forse per problemi burocratici e se non ci saranno nuovi intoppi potrebbe partire a breve. Questo tipo di attività, assegnata a detenuti meritevoli e capaci, per rendere immateriali testimonianze e atti giudiziari fondamentali risalenti a diversi decenni fa, è già praticata da tempo in altre situazioni dalle persone ristrette, che operano in un ambiente videosorvegliato nella casa circondariale e scansionano le carte che compongono i fascicoli nell’ordine preciso in cui le trovano, sotto la costante supervisione di archivisti-formatori. Il contenuto delle carte e delle registrazioni audio viene poi inserito nella banca dati dell’Archivio di Stato di Roma”.

Schettino ha diritto alle misure alternative già dallo scorso maggio 2022; è detenuto in carcere dal maggio del 2017. Si costituì non appena i giudici della Corte di Cassazione confermarono la condanna a 16 anni disposta in Appello per il naufragio della Costa Concordia. Il transatlantico andò a schiantarsi contro gli scogli dell’Isola del Giglio a seguito di una manovra di avvicinamento (il cosiddetto ‘inchino’) messa in atto da Schettino la sera del 13 dicembre del 2012. A bordo della nave, al momento dell’impatto, c’erano oltre 4000 persone, tra passeggeri e membri dell’equipaggio: ne morirono 32, mentre 193 rimasero ferite.

venerdì, 23 Settembre 2022 - 11:48
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