Chiaia, Posillipo, San Ferdinando, Vomero, Arenella, i quartieri della borghesia napoletana, non sono certo zone franche, e subiscono l’influenza della camorra, non meno di altre aree cittadine. A confermarlo è l’ultima relazione della Dia, relativa al secondo semestre 2021. Per le indagini, sarebbe l’Alleanza di Secondigliano – uno dei due grandi cartelli criminali, con il clan Mazzarella, a controllare gli affari illeciti di città e provincia – a esercitare un dominio, tramite consorterie locali.
La zona Mergellina – Chiaia «è condivisa dai clan Piccirillo/Frizziero/Cirella e Strazzullo/Innocenti – afferma la Dia-. L’attuale reggente del clan Frizziero gravitante nell’orbita di influenza, di indirizzo e di controllo dell’Alleanza di Secondigliano già sottoposto alla detenzione domiciliare è stato arrestato l’8 novembre 2021 per le reiterate violazioni del regime detentivo che gli era stato prescritto». Altri due presunti «esponenti apicali del clan Frizziero sono stati arrestati il 30 settembre 2021 dalla Polizia di Stato perché in concorso tra loro ed evocando espressamente l’appartenenza alla criminalità organizzata del quartiere» avrebbero «vessato con richieste estorsive il titolare di un esercizio commerciale aggredendo la vittima resistente davanti all’asilo frequentato dalla figlia in presenza di molti testimoni». Restano «sottoposti alla supremazia dell’Alleanza di Secondigliano anche la zona cd. Torretta e il quartiere Posillipo ove risulta egemone il clan Calone» il cui presunto «elemento di vertice dal maggio 2021 è ristretto in custodia cautelare per traffico di sostanze stupefacenti ed associazione mafiosa».
Schema analogo per «i gruppi criminali vomeresi (clan Cimmino-Caiazzo) gravitanti nella sfera di influenza, indirizzo e controllo del clan Licciardi e dell’Alleanza di Secondigliano». La zona collinare, come si sa, «è sede di uno dei principali poli ospedalieri della città di Napoli». Il 22 ottobre dell’anno scorso, un’indagine della Squadra Mobile partenopea – sfociata in un blitz – avrebbe «cristallizzato condotte criminali nell’ambito dell’intero indotto sanitario e degli appalti pubblici stipulati per l’esecuzione dei servizi sanitari».
Secondo gli investigatori «sono state documentate anche gravi collusioni tra una parte dell’imprenditoria locale e rappresentanti delle menzionate organizzazioni criminali – scrivono gli analisti della Dia -. Oltre alla sistematica pressione estorsiva sulle imprese appaltatrici di beni e servizi presso gli ospedali Cardarelli, l’Azienda ospedaliera dei Colli e l’Azienda ospedaliera universitaria “Federico II” le organizzazioni criminali avrebbero attuato anche condotte corruttive finalizzate a pilotare le procedure di aggiudicazione delle gare di appalto rendendosi responsabili di turbamento delle procedure amministrative e della falsificazione materiale e ideologica dei vari atti». Un procedimento ancora in corso, di cui si attendono gli esiti.
lunedì, 3 Ottobre 2022 - 08:53
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