Verbali Amara, il pg contro il pm Storari: «Assoluzione sbagliata, va condannato a 5 mesi e 10 giorni»

Paolo Storari
Il pm Paolo Storari
di maga

Nel caso dell’anomala gestione dei verbali dell’avvocato Piero Amara, il pubblico ministero di Milano Paolo Storari aveva a disposizione tutti «gli strumenti ordinamenti» per denunciare la presunta inerzia dei suoi capi anziché rivolgersi all’allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo. Per questo motivo, a dire del sostituto procuratore generale di Brescia Enrico Ceravone, la sentenza di assoluzione disposta in primo grado va ribaltata e Storari condannato per rivelazione di segreto d’ufficio.

Nella giornata di ieri, martedì 4 ottobre, il pg ha chiesto ai giudici della Corte d’Appello di Brescia di condannare Storari a 5 mesi e 10 giorni di reclusione, con la non menzione e la sospensione condizionale: la richiesta tiene conto delle attenuanti generiche, della riduzione di un terzo della pena per via del rito abbreviato con il quale si definì il processo di primo grado, e la concessione del doppio beneficio di legge. Il pg, inoltre, ha manifestato la “non opposizione” all’istanza della difesa di conversione in pena pecuniaria.

La sentenza di primo grado, ha osservato il pg, «è erronea in fatto e in diritto»: Storari era nelle condizioni di autotutelarsi e allo stesso tempo mantenere il segreto istruttorio. Invece, ha incalzato il pg, ha violato il segreto istruttorio per investire Davigo di quanto stava accadendo nella procura di Milano. Storari, nello specifico, lamentava un’inerzia del procuratore Francesco Greco – poi andato in pensione – circa alcuni contenuti dei verbali di Amara, in particolare lo spaccato sull’esistenza della cosiddetta ‘loggia Ungheria’ che riguardava anche diversi magistrati. Nell’aprile 2020 Storari consegnò quei verbali a Davigo. 

Anche l’avvocato di parte civile Fabio Repici, legale del consigliere del Csm Sebastiano Ardita, ha chiesto di riformare la sentenza di assoluzione.

Di diverso avviso, ovviamente, la difesa del pm Storari, rappresentata dall’avvocato Paolo Della Sala. Confutando i motivi di impugnazione della assoluzione dei pm bresciani («sono fortemente claudicanti»), la difesa ha evidenziato come le circolari del Csm «dicono che il segreto non e’ opponibile ai consiglieri» e come di ciò avesse ricevuto assicurazione dallo stesso Davigo. «Si tratta di uno dei massimi esperti» in materia, in quanto «era presidente della seconda sezione» quella che si occupa del regolamento e delle circolari e quindi era «fonte ragionevolmente attendibile, affidabile».

Inoltre gli aveva assicurato che si sarebbe «fatto da tramite con il comitato di presidenza» di Palazzo dei Marescialli. Dunque il pm Storari non aveva alcun intento “lesivo” e si era “fidato” di chi in un certo senso era pure un ‘superiore gerarchico’ “all’interno dell’organizzazione” in cui era inserito, ossia la magistratura. L’udienza è stata rinviata al 3 novembre per eventuali repliche prima della sentenza. 

mercoledì, 5 Ottobre 2022 - 10:49
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