E’ stata condannata a lavori di pubblica utilità e a risarcire l’associazione delle vittime dell’Heysel l’insegnante che nel 2016 offese con un post su Facebook le 39 vittime morte allo stadio di Bruxelles negli scontri e nel fuggi fuggi generale causato dagli hooligans del Liverpool. Quella sera, era il 29 maggio del 1985, si giocava la finale di Coppa Campioni tra la Juventus e la squadra inglese.
Paciello, allora insegnante, scrisse su Facebook riferendosi alla interdizione per i tifosi del Napoli alla trasferta a Torino per Juve- Napoli, in calendario il 14 febbraio di quell’anno: «Non vogliono farci andare allo Juventus Stadium perché si cacano sotto. E fanno bene, perché se ci girano le palle qua succede la seconda edizione dell’Heysel (per la cronaca io di quella gente non ho pena perché penso che se la siano andati a cercare»)».
Denunciata dai familiari delle vittime, è stata condannata per diffamazione dal Tribunale di Napoli. «La vicenda processuale afferma un principio: chi offende le vittime dell’Heysel paga. Mi auguro che questa sentenza da adesso in poi rappresenti un monito per tutti coloro che ancora oggi, deliberatamente negli stadi o sui social, offendono le 39 vittime di Bruxelles» ha dichiarato Andrea Lorentini, figlio di Roberto Lorentini, medico aretino fra le vittime.
«Per l’associazione è un risultato importante – afferma ancora Lorentini ricordando che l’associazione fra i familiari delle vittime dell’Heysel sin dalla sua fondazione, si è posta tre obiettivi: curare e portare avanti la memoria dell’ Heysel; fare incontri, seminari e workshop, soprattutto in scuole e università, per combattere la violenza nello sport; difendere in ogni sede, anche legale, la memoria delle vittime della strage di Bruxelles».
giovedì, 6 Ottobre 2022 - 08:33
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