Totoministri, Meloni incassa tre no pesanti. Salgono le quotazioni per Bongiorno a Giustizia o Viminale

Giulia Bongiorno
Giulia Bongiorno

Non è un lavoro facile quello che Giorgia Meloni sta compiendo in queste ore: compliare la lista dei ministri da finire entro mercoledì così da avviare l’iter per l’insediamento del Governo. La leader di Forza Italia ha in queste ore incassato dei no pesanti: quello di Dario Scannapieco e Fabio Panetta, che hanno rifiutato il ministero dell’Economia, e quello di Elisabetta Belloni, capo dell’Intelligence che ha rifiutato la Farnesina.

Una settimana chiave dunque, questa, considerato che giovedì 13 ottobre si riuniranno le nuove Camere, saranno eletti i nuovi presidenti e il 15 con tutta probabilità inizieranno le consultazioni al Quirinale. Poche ore, dunque, per mettere ogni tassello al proprio posto e comporre un puzzle governativo di alto profilo. Meloni sa di avere gli occhi del mondo addosso e non intende compiere passi falsi come quello costato al primo Governo Conte a guida gialloverde (M5s e Lega) la bocciatura di Paolo Savona all’Economia.

Per l’Economia, dicastero di delicatissima importanta, si fa nelle ultime ore il nome di Micciché, mentre prende quota per il ministero dell’Interno il nome dell’avvocato Giulia Bongiorno, già ministro della Funzione pubblica nel Conte due.  Accanto a quello di Bongiorno, si fa il nome del prefetto di Roma Matteo Piantedosi, l’ex capo di gabinetto di Matteo Salvini quando era il leader della Lega a occupare la poltrona di ministro. In entrambi i casi, la casella del Viminale servirebbe ad acquietare le acque con il leader leghista che scalpita per avere ministeri di peso; nel frattempo, Salvini si sarebbe già aggiudicato il ministeri alla Famiglia e Natalità, pensato del resto proprio dalla Lega, e che potrebbe avere alla guida Erika Stefani o Alessandra Locatelli, entrambe leghiste. Se invece andasse a Fratelli d’Italia, in lizza ci sarebbero Lavinia Mennuni e Isabella Rauti.

Come vicepremier Berlusconi punta sempre su Antonio Tajani (con le alternative Anna Maria Bernini, Alessandro Cattaneo e Licia Ronzulli) mentre l’altro vicepremier potrebbe essere Matteo Salvini. Per la presidenza del Senato lo stesso Salvini insiste su Roberto Calderoli, ma resta validissima anche la candidatura di Ignazio La Russa. Per la presidenza della Camera invece vanno tenuto d’occhio Giorgetti e Riccardo Molinari.  

Per la sottosegreteria alla Presidenza del Consiglio circrcola il nome di un fedelissimo della leader di FdI, Giovanbattista Fazzolari, ma in corsa ci sarebbe anche il fondatore di Fratelli d’Italia Guido Crosetto. Nel ruolo del segretario generale della Presidenza del Consiglio invece Meloni vedrebbe bene Carlo Deodato, consigliere di Stato, attuale capo del dipartimento Affari giuridici di Palazzo Chigi.

Passaggio cruciale per il Governo Meloni resta comunque il ministero dell’Economia, dove si punta sì a un tecnico ma di area. Incassato il no di Scannapieco e Panetta, avanza l’ipotesi Gaetano Miccichè, il 71enne banchiere e presidente della divisione Imi del gruppo Intesa Sanpaolo (ma anche vicepresidente di Prelios). In caso di scelta più “politica” e meno tecnica non va escluso il nome di Giancarlo Giorgetti.

 Alla Salute, a nomi che circolano con frequenza, quelli di Licia Ronzulli, Guido Rasi, ex direttore dell’Ema (e consulente del generale Figliuolo), di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, di Rocco Bellantone, primario del Gemelli di Roma, si aggiunge quello di Guido Bertolaso.   

Per il Ministero della Difesa prende sempre più quota il nome di Adolfo Urso, esponente di Fratelli d’Italia e attuale presidente del Copasir. Un altro nome caldo è quello di Guido Crosetto. Ma non si esclude nemmeno l’ipotesi Tajani. Agli Esteri non si esclude l’ipotesi Tajani che, anzi, nelle ultime ore prende sempre più quota. Alla Farnesina, infatti, potrebbe finire proprio l’ex presidente del Parlamento europeo. A chiamarsi fuori è stata invece Elisabetta Belloni.

Al Ministero della Transizione ecologica andrebbe l’ex sottosegretario, Vannia Gava. Spunta anche l’ipotesi Fabio Rampelli. Mentre alla Giustizia Silvio Berlusconi ha proposto Maria Elisabetta Alberti Casellati e Salvini punta invece a dare l’incarico a Giulia Bongiorno, ma per un posto così delicato serve anche il sì convinto del Quirinale. In corsa c’è anche, o soprattutto, Carlo Nordio, il magistrato appena eletto con FdI che Giorgia Meloni avrebbe voluto proporre come candidato al Quirinale.

All’Istruzione*si pensa a Giuseppe Valditara, professore ordinario di Diritto privato e pubblico romano nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino. Allo Sviluppo economico c’è l’ipotesi di Matteo Salvini. Restano forti le candidature dei due esponenti di Fratelli d’Italia Luca Ciriani e Francesco Lollobrigida. Non si esclude tuttavia che si possa decidere di accorpare questo ministero a quello della Transizione ecologica e a quel punto il nome su cui scommettere potrebbe essere quello di Guido Crosetto.

 Per il Ministero dei Rapporti con il Parlamento si fa il nome di Maurizio Lupi, sul quale ci sarebbe l’appoggio di Giorgia Meloni. Altro profilo è quello del democristiano Gianfranco Rotondi. Per il Ministero di Trasporti e infrastrutture in pole c’è il leghista Edoardo Rixi, ex vice di Toninelli. In corsa ci sarebbero però anche Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, che ha seguito da vicino la questione ex Alitalia, e Alessandro Cattaneo, Forza Italia, ex sindaco di Pavia. Ma la poltrona delle Infrastrutture potrebbe alla fine essere riservata a Matteo Salvini.

 Matteo Salvini compare anche come candidato al dicastero delle Riforme. In alternativa l’incarico potrebbe essere affidato a Marcello Pera (FdI). È la Lega però che spinge di più per avere questo dicastero: vorrebbe in questa casella Marta Bizzotto o Erika Stefani. Per il Ministero dell’Agricoltura l’incarico potrebbe interessare a Matteo Salvini (in combo con la poltrona di vicepremier), ma si parla anche di un altro leghista, Gian Marco Centinaio.

 Al Ministero del Welfare potrebbe andare Luca Ricolfi, uno dei tecnici invitati da Meloni alla conferenza programmatica del partito, ma è stato lui stesso a smentire la notizia. Alle  Politiche europee andrebbe Raffaele Fitto, co-presidente dei Conservatori europei, alla Cultura Alberto Barachini o Giordano Bruno Guerri.  Spunta anche l’ipotesi di istituire un nuovo ministero, quello Al Mare, a cui potrebbe andare l’ex amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono o all’ex presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Sullo sfondo anche Daniela Santachè. Eugenia Roccella, già azzurra, oggi eletta con FdI, potrebbe andare alle Pari Opportunità e Erika Stefani o Lorenzo Fontana agli Affari Regionali che diventerebbe dunque a trazione leghista e autonomista. L’alternativa è rappresentata dal forzista Alessandro Cattaneo.

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martedì, 11 Ottobre 2022 - 08:56
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