Ignazio La Russa è il nuovo presidente del Senato, ma l’elezione produce due effetti clamorosi: spaccare la maggioranza di centrodestra, ed anche la minoranza, già in origine divisa in tre tronconi. Un minuto dopo il voto, parte un balletto di accuse e sospetti incrociati. Un tutti contro tutti a battezzare la legislatura. Al candidato di Fratelli d’Italia, infatti, arrivano 116 voti, 12 più del quorum richiesto. Un risultato ottenuto anche senza Forza Italia, i cui 18 senatori – tranne Berlusconi e Casellati – non partecipano al voto. Sono in plastica polemica con gli alleati, rei di veti nelle trattative sul governo.
I calcoli sono presto fatti. A Palazzo Madama il centrodestra poteva contare su 99 voti: 66 di FdI, 29 della Lega, 2 di Noi Moderati e 2 forzisti. Un plateale vuoto nel centrodestra, cui corrisponde un provvidenziale soccorso dalle minoranze. Ed è subito caccia grossa ai 17 voti piovuti a La Russa dalle opposizioni. L’unico a dichiararsi è Mario Borghese del Maie, il Movimento associativo italiani all’estero.
Un Berlusconi livido – nel giorno del suo rientro al Senato, a 9 anni dalla decadenza per la condanna – punta il dito contro il Terzo Polo: fuori dal centrodestra, i voti a La Russa «sono di Renzi, di Azione e dei senatori a vita». Ma smentiscono i diretti interessati, i cui senatori sono comunque solo 9 . «Non è stato il Terzo polo come sa chiunque capisca di matematica – dice Renzi-. Se faccio una operazione del genere la rivendico come ho sempre fatto. Oggi noi in Senato abbiamo votato scheda bianca. L’elezione di La Russa nasce da un regolamento di conti interno alla destra e prima ancora dalla folle strategia delle alleanze del Pd e di Enrico Letta, chi dice che siamo stati noi a votare La Russa per avere la vicepresidenza non capisce che per averla dovrebbero dire di sì anche il Pd e il M5S, e non ce lo diranno mai».
In un tweet, Enrico Letta non fa nomi, ma sembra attaccare anche lui i renzian-calendiani: «Irresponsabile oltre ogni limite il comportamento di quei senatori che hanno scelto di aiutare dall’esterno una maggioranza già divisa e in difficoltà. Il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza». Pronta la risposta di Calenda sul social: «Sì Enrico. La tua. Noi diciannove voti non li abbiamo. E siccome queste cose si vengono sempre a sapere alla fine, ti consiglio di cancellare questo tweet. Invecchierà male». La tattica è questa: il Terzo Polo prova a deviare i sospetti su Pd e M5S. La contropartita – da riscuotere la prossima settimana – sarebbe l’elezione blindata di Franceschini e Patuanelli alla vicepresidenza di Palazzo Madama. Il ministro dei Beni Culturali, però, respinge le congetture: «C’era l’occasione di mettere in difficoltà la maggioranza facendo partire la legislatura con una spaccatura. Chiunque sia stato non capisce nulla di politica».
Il ping pong di accuse è vorticoso. Per il virologo Andrea Crisanti, neo senatore dem, «potrebbe esserci stato un accordo tra Terzo Polo e M5S». Taglia corto Giuseppe Conte. «Mentre in aula iniziano i primi giochini di palazzo e qualcuno si prepara ad una finta opposizione – scrive su Facebook il leader pentastellato -, il Movimento 5 Stelle ha depositato immediatamente delle proposte di legge prioritarie per il Paese: dalle misure contro il caro bollette al salario minimo, dalle lotta alla mafia fino alla transizione ecologica e alla difesa della sanità pubblica». Ma resta il mistero sui salvatori di La Russa.
giovedì, 13 Ottobre 2022 - 17:29
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