Droga e cellulari nel carcere di Poggioreale, 8 arresti: c’è anche il garante dei detenuti del Comune di Napoli, Ioia


Facevano entrare droga e cellulari in carcere in cambio di denaro: una vera e propria organizzazione criminale in cui, secondo gli inquirenti, aveva un ruolo anche Pietro Ioia, Garante delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli. Con lui sono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare altre sette persone (sei sono finite in carcere e due agli arresti domiciliari).

Arresti eseguiti dai carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna nell’ambito dell’indagine della Procura di Napoli; gli otto sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata all’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti e corruzione.

L’attività investigativa, svolta dal giugno 2021 al gennaio 2022, ha fatto emergere l’esistenza un’associazione per delinquere, radicata a Napoli e ‘specializzata’ nella introduzione illegale di telefoni cellulari e sostanze stupefacenti all’interno della Casa Circondariale di Poggioreale.

Tra i partecipanti al sodalizio, oltre ad alcuni detenuti dell’istituto penitenziario, figura anche Pietro Ioia, Garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Napoli, tuttora in carica, il quale, secondo i pm «avvalendosi del suo ruolo, che gli consentiva libero accesso all’interno delle carceri, vi introduceva, previo compenso, dispositivi di telefonia mobile e sostanza stupefacente».

In particolare, il funzionamento dell’organizzazione criminale prevedeva che la compagna di uno dei promotori, per il tramite del Garante, facesse recapitare ai detenuti, partecipi dell’associazione, apparati di telefonia mobile e sostanza stupefacente di vario genere che, di conseguenza, venivano venduti alle altre persone recluse, creando un vero e proprio commercio illegale.

Ioia, dal canto suo, approfittava dei colloqui mirati a verificare le condizioni in cui versavano i detenuti, per effettuare le consegne che gli erano state richieste. Il denaro veniva poi versato su alcune carte ricaricabili in uso a una donna e poi diviso con gli altri sodali dell’organizzazione.

Le indagini hanno evidenziato l’esistenza di un dilagante fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti (hashish e cocaina), del valore economico di diverse migliaia di euro, all’interno dell’istituto penitenziario. La Direzione del Carcere di Poggioreale e la Polizia penitenziaria hanno prestato la loro collaborazione alle indagini nella fase di osservazione dei colloqui.

Gli indagati:

1.     Murolo Massimiliano

2.     Guillari Sonia

3.     Ioia Pietro

4.     Donzelli Nicola

5.     Maresca Cardamone Maria

6.     De Maria Antonio

7.     Castello Vincenzo

8.     Pages Grazia

martedì, 18 Ottobre 2022 - 07:45
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