Un atto dovuto, per consentire lo svolgimento dell’autopsia e assicurare a tutte le parti potenzialmente coinvolte di potersi adeguatamente difendere. Per la morte del 31enne Giovanni Rinaldi, il pugliese rimasto ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia, ci sono 5 persone indagate: si tratta di agenti della Polizia coinvolti nella sparatoria con una banda di rapinatori avvenuta a Cesinali il 13 ottobre scorso. L’ipotesi di reato formulata dalla procura è di omicidio colposo.
Nello specifico la procura della Repubblica di Avellino ha indagato due agenti in servizio nella questura di Avellino e altri tre della questura di Foggia, allertati nella stessa serata dai colleghi di Chieti, che erano all’inseguimento delle auto rubate e intercettate grazie al segnale gps di una.
La corsa è finita nei pressi del cimitero di Cesinali, a pochi chilometri da Avellino, dove la banda, che preparava un colpo con assalto a un portavalori, ha aperto il fuoco per forzare un posto di blocco. Più di cinquanta i colpi esplosi e uno di questi ha raggiunto Giovanni Rinaldi, di Molfetta, trovato poi morto sul sedile posteriore di un’auto abbandonata dai complici in fuga.
Gli agenti avrebbero infatti aperto il fuoco solo dopo i rapinatori. In quattro sono stati arrestati, ma gli inquirenti sospettano che ci siano anche altre persone coinvolte. Subito dopo gli arresti, la squadra mobile della questura di Avellino ha ritrovato il covo, un capannone a Cesinali, dove erano nascosti due furgoni e altre vetture rubate, poi sequestrati.
martedì, 18 Ottobre 2022 - 07:30
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