Garante dei detenuti arrestato, de Magistris difende la nomina di Ioia: «Era un simbolo di riscatto e pena rieducativa»

Ioia con de Magistris in uno scatto pubblicato sulla sua pagina Facebook

Difende la propria scelta, Luigi de Magistris. L’ex sindaco di Napoli da ieri è chiamato in causa, insieme all’attuale sindaco Gaetano Manfredi, per la scelta di nominare e confermare Pietro Ioia, arrestato ieri, come garante dei detenuti del Comune. Una nomina che già all’epoca, eravano nel 2019, creò non poche polemiche. Polemiche che oggi, secondo alcuni, si dimostrano quantomeno pertinenti.

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Ma l’ex primo cittadino non ci sta. «Il garante comunale dei detenuti è una figura non prevista dalla legge – dice – Esiste il garante regionale dei detenuti. La nostra amministrazione è stata sempre molto sensibile al tema delle carceri e delle vite di chi è privato della libertà personale e di chi lavora negli istituti penitenziari. Decidemmo, accogliendo anche le richieste di associazioni sensibili su questo tema, di istituire il garante comunale dei detenuti. Facemmo un bando pubblico per conferire l’incarico, senza previsione di compenso».

Ioia, racconta, fu scelto «dopo una riflessione in giunta, per dare un segnale di fiducia soprattutto al principio costituzionale della funzione rieducativa della pena. Pregiudicato per fatti gravi in anni passati, aveva pagato per i crimini commessi, ma aveva da tempo cambiato vita dedicandosi proprio al riscatto culturale e al recupero sociale e umano delle persone che hanno sbagliato. Pensavamo che fosse una persona adatta per comprendere il dramma del carcere ed essere un punto di riferimento per chi volesse cambiare nella vita scegliendo la legalità. Come altri, diversi ne conosciamo a Napoli che da criminali sono divenuti, con successo, testimoni di una vita che può cambiare, nella cultura, nelle professioni, nel sociale».

«Se Ioia, che nel frattempo da circa un anno è stato anche confermato dalla nuova amministrazione, ha commesso, come valuterà la magistratura nella sua autonomia nel principio di presunzione di innocenza che vale per tutti, i fatti gravi per cui è stato attinto da ordinanza di custodia cautelare vuol dire che avrà non solo sbagliato nuovamente, ma tradito la fiducia di due amministrazioni comunali e anche dei detenuti che avevano riposto in lui la fiducia che potesse essere un riferimento sensibile, per la sua esperienza carceraria, nella tutela dei più deboli e dei diritti non di rado negati a chi è privato della libertà personale» continua de Magistris

«Fu una scelta coraggiosa, come tutte le scelte coraggiose dall’esito per nulla scontato, peccato che Ioia abbia tradito, come sembra, la fiducia in chi crede e continuerà a credere nella funzione rieducativa della pena e di poter offrire sempre una chance di riscatto alle persone».

mercoledì, 19 Ottobre 2022 - 08:56
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