Nata Radicale e divenuta conservatrice, il neo ministro alla Famiglia Roccella fa scoppiare le prime polemiche

roccella eugenia
Eugenia Roccella

Il nuovo Governo non ha neanche giurato (l’appuntamento è domattina) che già si accendono le polemiche. A infiammare gli animi è la nomina a ministro di Eugenia Maria Roccella. Giorgia Meloni le ha assegnato la delega alla Famiglia, alla Natalità e Pari Opportunità. Succede a Elena Bonetti (Italia Viva) che dal febbraio 2021, nel governo Draghi, ha guidato il ministero per le famiglia e le pari opportunità (nel nome non c’era ‘natalità’, introdotto dalla Meloni). 

Leggi anche / Meloni è premier, prima donna e tra i tre più giovani della storia della Repubblica. Ecco i ministri, Lupi resta a bocca asciutta

Giornalista, laurea in lettere moderne, Roccella è stata eletta al Senato nel collegio plurinominale della Calabria pur essendo lei di origini bolognesi. Con un passato da sottosegretaria al ministero della Salute nel quarto governo Berlusconi, la sua vita politica inizia però con i Radicali, di cui il padre Franco fu uno dei fondatori. A 18 anni entra anche nel Movimento di liberazione della donna. Ma 30 anni dopo cambia radicalmente posizioni. Dal 2008 al 2018 viene eletta deputata per due legislature, all’epoca, con il Popolo della Libertà. Nel suo percorso politico, pur restando sempre in ambito centrodestra (esordi a parte), cambia numerose volte partito: ha militato con Forza Italia, Nuovo centro destra, Idea, Cambiamo Italia, Noi con l’Italia per approdare a Fratelli d’Italia.

A sollevare preoccupazioni tra le file dell’opposizione e in parte della società civile sono le posizioni conservatrici, che Roccella non ha mai nascosto, in tema di eutanasia, procreazione mediamente assistita, unioni civili e aborto. Tema, questo, su cui recentemente ha affermato: «Io sono femminista e le femministe non hanno mai considerato l’aborto un diritto. Però c’è una legge e la legge va applicata e nessuno la contesta. L’aborto è il lato oscuro della maternità ed è la maternità che non è mai entrata nello spazio pubblico». Parole pronunciate durante la puntata del 25 agosto 2022 a ‘In Onda’ su La7.

Roccella ha nel tempo offerto posizioni conversatrici anche su adozioni da parte di coppie gay, sull’eutanasia («C’è un obiettivo politico: arrivare all’eutanasia come opzione facile e libera. C’è un obiettivo culturale: distruggere l’idea di intangibilità della vita»), sulle unioni civili («Sono una questione politica e ideologica, abbracciata dalle lobby gay, ma non condivise dalla maggioranza degli omosessuali. Le unioni civili gay sono sempre poche. Quando in Europa si varano leggi del genere, i risultati sono sempre molto deludenti perché la verità è che gli omosessuali che si vogliono sposare sono effettivamente pochi»). 

Con questo profilo, Roccella non potrà non scontrarsi e diventare bersaglio del centrosinistra. Proprio da qui arrivano le prime proteste per la sua nomina. «La prima donna premier porta nel governo Meloni poche ministre, in ruoli minori e l’errore del ministero della Famiglia, natalità e Pari Opportunità. Un arretramento culturale evidente al quale ci opporremo con fermezza, in difesa dei diritti e delle libertà delle donne», scrive su Twitter la senatrice del Pd Valeria Valente. Preoccupazione è espressa da Fabrizio Marrazzo, portavoce di Partito Gay LGBT+: «Le scelte sulle cariche istituzionali sino ora fatte da Giorgia Meloni non vanno nella direzione di garantire i diritti, ma vanno nella direzione di limitarli come previsto dai loro programmi. Se quanto temiamo sarà confermato lavoreremo alla resistenza sui diritti utilizzando anche i referendum».

Promette battaglia, se sarà necessario, il presidente di GayLib, Luca Maggioni: «Il Governo Meloni nasce con una chiarissima impronta ultraconservatrice. Esattamente come si immaginava. Tuttavia anche a Roma come in tutte le città del mondo ci sono i palazzi del potere e poi c’è la piazza. Sarà impossibile persino per loro ignorare l’onda dei Pride che ogni anno riempie le piazze, i giovani e le donne che reclamano diritti. Noi come gay liberali resteremo sempre al fianco di quelle piazze pur continuando nella nostra strategia chiara e credo ineccepibile di dialogo con tutte le rappresentanze istituzionali, anche quelle da noi più distanti».

Sulla stessa scia Marilena Grassadonia, responsabile Diritti e Libertà di Sinistra Italiana: «Non potevamo aspettarci la nomina di persone sensibili ai temi dei diritti, ma le scelte fatte dalla premier connotano un governo di destra-destra, decisamente più vicina a posizioni misogine, ultraconservatrici e discriminatorie nei confronti delle donne e delle persone LGBT+». 

venerdì, 21 Ottobre 2022 - 21:43
© RIPRODUZIONE RISERVATA