Un “Var” della giustizia per scagionare gli imputati. La trovata spunta al processo per presunte tangenti sui rifiuti a Torre del Greco. In aula è comparso un proiettore per ricostruire l’emergenza in città, tra il 2014 ed il 2015. L’obiettivo dei difensori: provare a dimostrare come le telecamere posizionate dalla Guardia di Finanza avessero ripreso solo in parte i luoghi sui quali erano puntate. È accaduto ieri pomeriggio durante il processo che vede imputati tra gli altri l’ex sindaco del Comune vesuviano, Ciro Borriello, e i titolari della ditta Fratelli Balsamo.
I fatti risalgono all’estate del 2017, quando il primo cittadino e i vertici dell’azienda specializzata in servizi per l’ambiente furono raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’accusa: mazzette versate in cambio di favori legati all’appalto per lo smaltimento dei rifiuti. Ad oltre cinque anni dall’esecuzione del provvedimento, è entrato in fase decisiva il processo in corso al tribunale di Torre Annunziata (giudice Maria Camodeca). Nell’ultima udienza, ascoltato – come teste dell’accusa – il brigadiere della Guardia di Finanza di Torre del Greco, Gerardo Sorrentino. La difesa della Fratelli Balsamo (composta dagli avvocati Massimo Loffredo e Nicolas Balzano) ha fatto ricorso ad un video, per mettere a confronto le foto dell’emergenza rifiuti nel 2014 e 2015, periodi nei quali la raccolta dei rifiuti fu gestita prima dalla ditta Ego Eco e poi dalla Fratelli Balsamo.
Il lavoro dei legali si è concentrato sulle immagini riprese da telecamere nascoste sull’autolavaggio della Poeti Group. In quel luogo, secondo l’accusa, sarebbero stati lavati solo parte dei compattatori usati per la raccolta. Ciò avrebbe permesso – per la Procura di Torre Annunziata – di realizzare un indebito guadagno, tornato come tangente prima ai Balsamo e poi all’allora sindaco Borriello. I consulenti tecnici della Fratelli Balsamo hanno sostenuto come le immagini delle telecamere della Guardia di Finanza puntassero invece solo su una porzione dell’autolavaggio, escludendone un’altra, quella dove sarebbero stati effettivamente lavati i mezzi usati per la raccolta. Una tesi questa sostenuta anche dal legale della ditta Poeti Group, l’avvocato Pasquale Striano.
venerdì, 21 Ottobre 2022 - 12:59
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