‘Modello Riace’, anche in Appello l’accusa ‘condanna’ Lucano: chiesti 10 anni

Mimmo Lucano processo
Mimmo Lucano

In Corte d’Appello, i rappresentanti della pubblica accusa non discostano dalle conclusioni cui giunsero, in primo grado, i giudici del Tribunale di Locri. E così nel giorno della requisitoria al processo di secondo grado, invocano nuovamente la condanna per Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Piace condannato per i presunti illeciti nella gestione dei migranti quando era sindaco del centro della Locride.

Nello specifico i sostituti procuratori generali di Reggio Calabria Adriana Fimiani e Antonio Giuttari hanno proposto 10 anni e 5 mesi, pena più bassa rispetto ai 13 anni e 2 mesi sentenziati nel precedente grado di giudizio. La condanna inflitta nel primo processo a Lucano fu quasi il doppio rispetto alla richiesta della pubblico ministero di Locri, secondo il quale all’ex sindaco andavano comminati 7 anni e 11 mesi.

I reati contestati all’ex sindaco di Riace sono associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. Il processo è nato da un’inchiesta della guardia di finanza sul “modello Riace”. La Corte d’Appello, presieduta da Giancarlo Bianchi, nella precedente udienza aveva ammesso l’acquisizione agli atti del processo, con il parere favorevole della pubblica accusa, della perizia redatta dal consulente della difesa Antonio Milicia che, su incarico dei legali di Lucano, ha trascritto il contenuto di 5 intercettazioni.

mercoledì, 26 Ottobre 2022 - 14:57
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