Ci sono voluti sette anni per arrivare alla sentenza del processo di primo grado. Un’eternità.
Giuseppe Castaldo, gioielliere, è rimasto sulla graticola dell’ansia per il suo futuro a partire dal 7 ottobre del 2015 quando, armato di una pistola legalmente detenuta, aprì il fuoco contro due rapinatori che l’avevano preso di mira e li uccise. Oggi il giudice monocratico della prima sezione penale del Tribunale di Napoli (giudice Antonia Napolitano Tafuri) ha disposto l’assoluzione per l’imputato con la formula perché il fatto non costituisce reato. Castaldo era imputato per eccesso di legittima difesa. Anche la procura aveva proposto l’assoluzione. A dirla tutta la procura aveva sollecitato l’archiviazione in sede di indagini ma, a seguito di opposizione delle parti offese, un gip dispose l’imputazione coatta del gioielliere, esponendolo al processo.
Castaldo, 68 anni all’epoca dei fatti, quel giorno, aveva appena prelevato cinquemila euro da un istituto di credito nei pressi degli Scavi di Ercolano (in provincia di Napoli) quando le due vittime, in sella a uno scooter e armati di una pistola finta ma senza il tappo rosso che ne consentisse il riconoscimento, gli ordinarono di consegnare il denaro. A quel punto Castaldo tirò fuori la sua pistola e sparò mentre i malviventi lo tenevano sotto il tiro della loro. Entrambi i rapinatori morirono sul colpo: si chiamavano Luigi Tedeschi e Bruno Petrone, rispettivamente di 51 e 53 anni. Le indagini furono affidate ai carabinieri di Torre del Greco (coordinati dai sostituti procuratori Pierpaolo Filippelli e Raffaello Falcone, entrambi oggi attualmente procuratori aggiunti).
I quattro complici di Tedeschi e Petrone (membri di una banda di professionisti) furono identificati e arrestati in breve tempo: si tratta di Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Addolorata Esposito ed Ernesto Labagnara. Il processo con rito abbreviato a loro carico si concluse, un anno dopo i fatti, con la condanna a sei anni di reclusione per tutti gli imputati. Il sistema di video sorveglianza dell’istituto di credito dove il gioielliere si era recato, ripresero sia i due rapinatori che il “palo”. Una telefonata di quest’ultimo ai complici dette il via alla rapina finita in modo tragico.
mercoledì, 26 Ottobre 2022 - 21:01
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