Carceri, Nordio visita Regina Coeli e Poggioreale: «Edilizia carceraria priorità, anche sacrificando beni archeologici»


Negli anni, si è guadagnato la fama di (ex) pm garantista, e sensibile all’emergenza carceri. E così il guardasigilli Carlo Nordio inaugura il mandato proprio dagli istituti penitenziari. Due visite – una a Regina Coeli e l’altra a Poggioreale – per ribadire che, contro il sovraffollamento in cella, «l’edilizia carceraria è una priorità».

Da Roma, premette che «ho preso atto del grande lavoro fatto, che sarà potenziato da noi per migliorare le condizioni di vita di tutta l’amministrazione penitenziaria e dei detenuti». Costruire nuove carceri, però, «è una questione non solo di fondi, ma anche di permessi. Nel caso di città come Roma e Venezia c’è il problema della compatibilità tra innovazione edilizia e tutela dei siti storici. Bisogna trovare un coordinamento tra i vari ministeri e anche tra beni giuridici protetti». Ma non è solo questo. C’è altro, e Nordio farà discutere. «L’innovazione in città di grande storia – sostiene il ministro della giustizia – transita attraverso una modifica dei luoghi, e se questo significa il sacrificio di qualche reperto archeologico questo va fatto perché non ci possiamo fermare».

Dunque, il nodo sovraffollamento viene prima della tutela dei beni culturali. Nordio non la manda a dire: «L’edilizia penitenziaria è una delle priorità senza la quale non proseguiamo nell’opera di modernizzazione e di umanizzazione». A Regina Coeli, scortato dal capo del Dap, Carlo Renoldi, incontra una rappresentanza del personale amministrativo e di polizia penitenziaria. Subito dopo si reca nei reparti detentivi. Quindi, nel pomeriggio, l’arrivo a Napoli.

All’uscita dal penitenziario di Poggioreale, vuole offrire un quadro in chiaroscuro. «Sicuramente vi sono molti problemi che – spiega Nordio – sono connessi alla carenza di strutture, di personale, alla carenza più in generale di risorse, però vi è anche un lato buono, l’assoluta professionalità del personale che ho incontrato, dai massimi dirigenti fino agli operatori». Il ministro elogia pure «una cosa che ritengo fondamentale nelle carceri: una straordinaria attivazione del lavoro. Ho visitato la pizzeria, la falegnameria, ho visitato una serie di strutture dove i detenuti lavorano e non vi è niente quanto il lavoro che possa riparare dall’ozio e anche dalla disperazione. Sono detenuti tra l’altro che vengono retribuiti». Si spinge a dire: «Io spero che questa parte di Poggioreale che è in via di sviluppo aumenti sempre di più e venga diffusa anche agli altri istituti carcerari, perché non tutti sono in grado per ragioni logistiche di attuare questa straordinaria opera che invece è stata attuata qui».

A Nordio, però, giunge il nuovo allarme dei sindacati di polizia penitenziaria. «La camorra sta conquistando territorio anche all’interno delle strutture penitenziarie, attraverso il business di telefonini e droga – gli scrivono, in una lettera congiunta, le segreterie regionali di Uil Pa, Sinappe, Uspp, Cisl, Cnp e Fp Cgil -. Servono interventi urgenti in termini di mezzi e risorse». Nella missiva, le sigle sindacali ricordano che «la Campania ha un tasso di criminalità organizzata e non, che forse non ha pari in Italia, uno dei penitenziari più grandi d’Europa, Poggioreale, che da sempre è carcere pilota e, i Nuclei Operativi Traduzioni e Piantonamenti più grandi d’Italia, trai i quali quello maggiore il Provinciale di Secondigliano». Tuttavia, «la mancanza di arruolamenti e i vari tagli all’attuale organico, hanno depauperato i già precari organici della Polizia Penitenziaria, sempre più anziani e mal ridotti sottoposti a turnazioni massacranti, negandoci in questo modo la dignità di Poliziotti Penitenziari».

giovedì, 3 Novembre 2022 - 19:13
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