Rapine a portavalori con kalashnikov, decine di arresti: nell’ultimo colpo ad Avellino perse la vita uno dei banditi

rapinatori cesinali

Rapine a portavalori con kalashnikov, disturbatori di frequenze radio e smartphone e veicoli incendiati. La banda specializzata in queste violenti raid che fruttavano centinaia di migliaia di euro a colpo aveva la propria base a Cerignola, nel Foggiano, ed è stata sgominata da un’operazione della polizia che ha portato a diversi arresti per rapina pluriaggravata a furgoni portavalori, rapina in concorso, detenzione e porto illegale in luogo pubblico di armi, anche da guerra, violenza privata e riciclaggio, ricettazioni e sequestro di persona.

Le rapine, come detto, venivano commesse anche usando jammers, ovvero disturbatori di frequenza ad ampio raggio, che impedivano le comunicazioni via radio e smartphone con le sale operative delle forze dell’ordine e delle ditte di trasporto. Altro metodo usato per ostacolare o ritardare la reazione da parte delle forze di polizia e guadagnare più facilmente la fuga era il blocco della viabilità con veicoli appositamente incendiati.

Negli ultimi tre anni sono state arrestate 71 persone e oltre 30 sono state denunciate e indagate in stato di libertà, a seguito di indagini che hanno riguardato undici episodi di tentata rapina, 3 rapine consumate e un furto aggravato avente ad oggetto sportelli bancomat; inoltre, sono stati sequestrati cinque fucili mitragliatori kalashnikov, un fucile a pompa e cinque pistole’.

Tra le operazioni collegate quella che ad ottobre ad Avellino ha portato all’arresto di 4 persone, tra cui un latitante colpito da un provvedimento di custodia cautelare per associazione di tipo mafioso. In quell’occasione uno dei rapinatori rimase ucciso nel corso di un conflitto a fuoco con la polizia, e un altro ferito.

giovedì, 3 Novembre 2022 - 11:53
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