Fake, meme e vignette: così i social fanno a pezzi a colpi di ironia la norma anti-rave party


«Con questo decreto ci sono matrimoni al Sud seriamente a rischio». La battuta è quella di un utente di Twitter, il decreto in questione è quello ormai famigerato contro i rave party. La norma anti raduni musicali non sta suscitando infatti solo le critiche delle opposizioni, sferzanti contro un provvedimento che hanno definito nei modi più disparati («liberticida», «bavaglio putiniano», «ridicolo e vergognoso», solo per citarne alcuni); anche i social da giorni sono scatenati contro il nuovo articolo 434bis del Codice penale che punisce con la reclusione fino a sei anni chi organizza e partecipa ai rave party.

Un’invasione di meme e vignette che sta monopolizzando Twitter e Facebook e mettendo alla berlina le presunte carenze del decreto già pubblicato in Gazzetta ufficiale ma che il Governo correrà nei prossimi giorni a modificare per canalizzare la sua ampia e dunque ‘pericolosa’ portata.

A tirare lo ‘sgambetto’ tra i meglio riusciti è stato sicuramente il quinto emendamento fake fatto girare con tanto di firma del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Una bufala che ha tratto in inganno in molti (forse perché redatta anche meglio della norma originale, chissà) e che rendeva applicabile il nuovo articolo del codice penale ai raduni aventi ad oggetto la fruizione di “musica non autoctona”.

Per ore gli utenti caduti nella trappola si sono chiesti cosa intendesse l’ex prefetto di Roma per musica non autoctona, scomodando le autarchie di fascista memoria, salvo poi scoprire che a scrivere quell’emendamento era stato il giornalista Carmelo Palma, che ha confessato di aver voluto prendere in giro quel giuridichese prefettizio con cui la norma originaria è stata scritta. Nel frattempo, migliaia di iscritti a Twitter condividevano indignati il quinto emendamento fake lanciando pure l’hashtag #musicaautoctona.

Fake news a parte, i meme e le vignette si sono sprecate e la norma anti-rave è stata per giorni in trend topic. Tra i più brillanti, al solito, i social media manager della compagnia aerea Ryanair che twittano una foto barrata di un aereo e la didascalia: «n^ passeggeri: 51 rave party».

C’è poi chi su Twitter la tocca pianissimo: «E comunque sarebbe anche ora di vietarli questi #raveparty pieni di gente ubriaca, seminuda, sfatta dalla musica dall’alcol e da chissà che altro» allegando però la famosa foto di Matteo Salvini in costume al Papeete.

Immancabile poi l’ironia del mitico Osho:

mentre Roobotika fa il verso alla signorina Silvani di fantozziana memoria:

Sempre sul pezzo la pagina Circumvesuviana. Guida alle soppressioni e ai misteri irrisolti che al solito interpreta l’attualità in chiave…Circumvesuviana:

Ma c’è spazio anche per chi è a favore della norma o quantomeno la difede dagli attacchi della sinistra tirando fuori similitudini con il primo lockdown e con la severità che quel Governo impose ai cittadini, chiusi in casa per tre mesi, e quella che le opposizioni oggi stigmatizzano se rivolta ai partecipanti ai rave.

Fuori dal social, a Imperia invece è spuntato un cartello di avviso. Viste le file chilometriche a causa delle modifiche alla viabilità che ogni anno interessano il centro storico imperiese per la festa dell’olio nuovo, qualcuno ha voluto mettere sull’avviso gli automobilisti e i pedoni:

Il vignettista Fabio Magnasciutti gioca sulle infinite interpretazioni del numero 50:

E c’è pure chi fa la parodia di una delle più esilaranti battute del film di Benigni Johnny Stecchino:

La vignetta “definitiva” è però forse quella di Soppressatira:

Un tripudio di meme e satira che, francamente, era facile aspettarsi per un decreto scritto forse in fretta, magari maluccio e che ora l’esecutivo deve affrettarsi a modificare per non incorrere in sgambetti peggiori di una battuta.

venerdì, 4 Novembre 2022 - 12:22
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