Twitter, rivoluzione Musk: servizi a pagamento, licenziamenti e nuove regole. Ma gli utenti fuggono verso Mastodon


Sbarcato su Twitter a suon di miliardi, Elon Musk sta facendo tremare le fondamenta del social più amato da personaggi politici e intellettuali. Il multimilardario americano che si è aggiudicato la proprietà dell’uccellino blu sta infatti riscrivendo le regole della piattaforma, a partire da quella sulla spunta blu (la certificazione anti cloni per i personaggi famosi e con molti followers) che diventa a pagamento e, soprattutto, sta procedendo con licenziamenti a raffica.

Nei giorni scorsi Musk ha infatti annunciato la necessità di procedere a tagli e ha licenziato il 50% dei dipendenti ritenuti non necessari. Un boomerang per la società di Cupertino, costretta rapidamente al dietrofront e a richiamare decine di dipendenti licenziati ‘per errore’ perché necessari al fine dello sviluppo delle nuove funzioni pensate proprio da Elon Musk.

Proprio Musk, in queste ore, ha annunciato una stretta sugli account falsi presenti sul social network e sui furti d’identità. «Ogni cambio di nome provocherà temporaneamente la perdita della spunta blu senza preavviso – ha comunicato il miliardario che, da poco, introdotto il pagamento di 8 dollari per avere un account verificato. Musk, tra l’altro, ha annunciato anche che «qualsiasi impersonificazione in cui non sia specificata la parola ‘parodia’ verrà sospeso». Un metodo di verifica specifico «renderà più democratico il giornalismo e darà più potere alla voce della gente», ha sottolineato il nuovo ad della piattaforma di microblogging. «Twitter deve diventare di gran lunga la più accurata fonte di informazioni sul mondo. Questa è la nostra missione», ha poi twittato.

La prima vittima di questa svolta è stata l’attrice e comica americana Kathy Griffin, il cui account è stato sospeso dopo aver cambiato il nome, provocatoriamente, proprio con quello del neoproprietario del social network.

L’approdo del visionario e ricchissimo Musk insomma sta determinando una vera e propria rivoluzione sulla piattaforma, rivoluzione che tanti non gradiscono. Tant’è che qualcuno sta già scappando verso il social, “Mastodon” che esiste dal 2016 e che assomiglia molto a Twitter. O almeno a quello che era una volta Twitter.

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lunedì, 7 Novembre 2022 - 09:44
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