Violenza nel carcere di Bari, detenuto con problemi psichici pestato per 4 minuti. Indagini anche su medico dell’infermeria


«Un atteggiamento di prevaricazione e di abuso tutt’altro che occasionale». Così il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari Giuseppe Montemurro descrive, nell’ordinanza di 55 pagine sulle presunte violenze nel carcere barese, la condotta degli agenti di polizia penitenziaria destinatari ieri di misure cautelari. Gli indagati sono in tutto 15, tre sono finiti agli arresti domiciliari e sei sono stati sospesi; secondo il gip, avrebbero «dimostrato una disarmante naturalezza nell’adoperare o nel consentire che altri adoperassero violenza nei confronti di un detenuto».

Il giudice ha inoltre fissato gli interrogatori del medico di turno nell’infermeria del carcere e di altri due agenti di polizia penitenziaria per decidere sulla loro interdizione chiesta dalla Procura. Si tratta del medico Gianluca Palumbo, di 44 anni, indagato per omessa denuncia e falso; e degli agenti Roberto Macchia, di 29, e Francesco Valenziano, di 56, sottoposti ad indagine per omissione di atti di ufficio per non aver impedito le torture.

I fatti sono accaduti lo scorso 27 aprile. Le violenze sarebbero state perpetrate tra le mura dell’istituto di pena nei confronti di un detenuto affetto da problemi psichici. Gli agenti arrestati si sarebbero accaniti per quattro minuti consecutivi contro l’uomo con calci e schiaffi nella sua cella mentre a turno due di loro lo tenevano bloccato sul pavimento. Il tutto sotto lo sguardo degli altri indagati, che non avrebbero fatto nulla per impedire le violenze. La vittima è stata ricoverata nell’infermeria del carcere. Da lì sono partite le indagini da parte della Direzione del penitenziario.

Gli agenti indagati, si legge nell’ordinanza, sono intervenuti nella cella del detenuto dopo che questi aveva dato fuoco al materasso; mentre lo accompagnavano all’infermeria del carcere l’uomo sarebbe stato pestato come mostrerebbero le immagini di telecamere interne acquisite durante l’inchiesta.

Gli agenti si sarebbero accaniti con calci e schiaffi in faccia, sui glutei, in testa e sulla schiena Si sarebbero macchiati, scrive il gip, di «violenze gravi e agendo con crudeltà» e con «modalità attuative del delitto indicative della volontaria e perseguita inflizione di un carico di sofferenze certamente esuberante rispetto a quanto necessario per provocare al detenuto conseguenze fisiche e evidentemente teso a perseguire una propria forma di soddisfazione».

 C’è stato anche «verificabile trauma psichico», «percepibile dalle riprese video immortalanti il detenuto assumere la posizione fetale in un disperato ma inutile tentativo di difendersi dai colpi ricevuti, sottoponendolo per circa quattro minuti a trattamento inumano e degradante».

L’inchiesta ha preso il via dopo una segnalazione della Direzione e del Comando della Polizia penitenziaria di Bari, riferita ai fatti avvenuti il 27 aprile scorso. Secondo l’accusa – inoltre – «non è stata segnalata nessuna lesione sul detenuto», ricoverato subito dopo nell’infermeria della struttura di detenzione.

giovedì, 10 Novembre 2022 - 08:33
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