Gruppo neonazista in Campania: 4 arresti, latitante in Ucraina. I pm: «Legami col Battaglione Azov, progettavano attentati»


Un gruppo terroristico neonazista, suprematista e negazionista, ruotante intorno all’associazione Ordine di Hagal: l’inchiesta della Procura di Napoli è sfociata nell’esecuzione di cinque misure cautelari, con quattro indagati in carcere, uno raggiunto dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Alcuni di loro, su Telegram, si dicevano pronti ad attentati con armi ed esplosivi in provincia di Napoli: contro la caserma dei carabinieri di Marigliano, e il centro commerciale Vulcano Buono a Nola.

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In cella sono finiti il ‘presidente’ dell’Ordine, Maurizio Ammendola, 43 anni il vicepresidente Michele Rinaldi, 47 anni, Massimiliano Mariano, 46 anni, e Gianpiero Testa, 25 anni: a loro si contesta l’ipotesi più grave di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico. Irreperibile l’ucraino Anton Radomsky, rientrato nel paese d’origine e legato al battaglione Azov, formazione di estrema destra impegnata sul fronte bellico. Il 27enne è accusato, con l’aggravante della finalità terroristica e dell’eversione dell’ordine democratico, di introduzione di armi da guerra in Italia, tra cui una granata. Nei confronti del 36enne Fabio Colarossi, per cui si ipotizza il reato di Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razzial, disposto invece il provvedimento cautelare più lieve.

Oltre alle misure emesse dal gip Federica De Bellis del tribunale di Napoli, la Digos partenopea ha eseguito una trentina di perquisizioni in tutta Italia, il terzo tempo di quelle svolte a maggio e ottobre del 2021. Tra i luoghi perquisiti, anche una libreria di Avellino, il cui titolare (non indagato) è Franco Freda, ex terrorista neofascista, condannato negli anni ’70 per associazione sovversiva. Nell’esercizio, però, non sarebbe stato sequestrato materiale utile all’indagine.

Secondo quanto riferisce Antonio Bocelli, dirigente della Digos di Napoli, l’Ordine di Hagal si autofinanziava, era stratificato su cinque livelli, ed aveva carattere verticistico. Gli obiettivi: iniziative per sovvertire l’ordine democratico, propagandando ideologie naziste e antisemite. Lo scopo finale sarebbe stato un “nuovo ordine mondiale”, auspicando la rinascita della razza ariana. A ispirare i componenti, gli scritti del gerarca nazista Goebbels. Alcuni membri – secondo le indagini – si sarebbero trasferiti all’estero per addestrarsi ai combattimenti corpo a corpo e all’uso di armi. Ammendola avrebbe conseguito un diploma in Polonia, all’European Security Academy, i cui programmi ricalcano quelli previsti per le forze speciali militari. Gli attivisti avrebbero progettat0o anche dei corsi di sopravvivenza estrema. Dall’analisi delle chat, emergerebbero contatti anche con i gruppi neonazisti Misantropie Division e Centuria. Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate armi bianche e pistole repliche di quelle vere, materiale propagandistico tra cui libri sul suprematismo bianco, su Mussolini e Hitler e foto dei due dittatori.

LE ACCUSE AGLI INDAGATI PER TERRORISMO

L’ordinanza di misura cautelare tratteggia un profilo degli indagati. Maurizio Ammendola, casertano di Maddaloni, è accusato del «ruolo di ideatore, promotore e organizzatore dell’associazione criminale, con il compito di dirigere il gruppo e di svolgere attività di proselitismo attraverso attività di indottrinamento e di diffusione di testi, video e altro materiale estremista, sia direttamente con riunioni e partecipazione ad azioni pubbliche», attraverso il sito web dell’Ordine di Hagal e i social. «Nonché – si specifica – di procurarsi finanziamenti dai proseliti». Accuse analoghe per Michele Rinaldi, nativo di Salerno, residente nel comune irpino di Montoro: «Promotore e organizzatore dell’associazione criminale, con il
compito di dirigere il gruppo e di svolgere attività di proselitismo attraverso attività di indottrinamento e di diffusione di testi, video e altro materiale estremista, sia direttamente con riunioni e partecipazione ad azioni pubbliche (…) nonché di procurarsi finanziamenti».

A Massimiliano Mariano, napoletano di Castellammare di Stabia, si contesta di essere «promotore e organizzatore dell’associazione, con il compito di collaborare con Ammendola Maurizio nello svolgere attività di indottrinamento e di diffusione di testi, valutare l’ingresso di nuovi adepti e di individuare gli obiettivi illeciti perseguiti dal sodalizio, anche attraverso la pagina Telegram “Assistenti Costituzionali”». Giampiero Testa è accusato del ruolo «di partecipe con i compiti di attuare delle attività di proselitismo, anche organizzando “escursioni” e riunioni, nonché di creare e mantenere i legami, anche attraverso il web con associazioni estremiste e neonaziste operanti in Ucraina ed in altri Stati, nonché di addestrarsi ed addestrare (anche presso ESA), gli associati ed altri soggetti destinatari dell’attività di proselitismo e reclutamento nell’uso di armi da fuoco, armi bianche ed esplosivi e in tecniche di combattimento corpo a corpo al fine di compiere azioni di violenza e minaccia con carattere eversivo, a scopo neonazista e suprematista».

Ad Anton Radomsky l’organizzazione avrebbe affidato i «compiti esecutivi di procurare armi, contribuire all’addestramento militare degli associati e soggetti destinatari dell’attività di proselitismo e reclutamento e, tenendo costanti rapporti con Testa Giampiero, di porre in contatto il gruppo con gli ambienti eversivi e paramilitari a sfondo neonazista operanti in Ucraina».

martedì, 15 Novembre 2022 - 23:18
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