Camorra, stangato il clan Silenzio del ‘Bronx’ dell’area a est di Napoli: 20 condanne per oltre 2 secoli di reclusione

Il 'Bronx' di San Giovanni a Teduccio
Il 'Bronx' di San Giovanni a Teduccio
di maga

Venti condanne per oltre 2 secoli di reclusione complessivi e 3 assoluzioni. Sono i numeri della sentenza letta ieri dal giudice per le indagini preliminari Fabio Lombardi del tribunale di Napoli all’esito del processo a carico di esponenti del clan Silenzio attivo a San Giovanni a Teduccio, quartiere alla periferia est di Napoli. Numeri importanti se si considera che la pena più alta stabilita arriva a 20 anni di carcere ed è il massimo possibile alla luce dei reati contestati e del tipo di giudizio scelto dagli imputati, ossia il rito abbreviato, formula che prevede lo sconto di un terzo della pena. 

Al centro del processo i reati, contestati a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, traffico di droga ed estorsione. Fatti per i quali nel novembre dello scorso anno sono scattati 26 arresti. A capo del gruppo, che ha la sua base operativa nel cosiddetto ‘Bronx’ di San Giovanni a Teduccio (il complesso di edilizia popolare che insiste nella ex via Taverna del Ferro), la famiglia Silenzio, rispetto alla quale il gip ha usato la mano più pesante.

Venti anni di reclusione sono stati, infatti, sentenziati per Francesco Silenzio, mentre 18 anni sono stati disposti per Alfonso e Pacifico Silenzio. La tesi accusatoria, dunque, ha retto in pieno rispetto a queste posizioni. Per quanto riguarda qualche altro imputato, il gip si è discostato in parte dalle conclusioni della procura: è il caso, ad esempio, di Salvatore Mauro nei confronti del quale erano stati chiesti 12 anni per traffico di stupefacenti; il gip ha invece condannato Mauro solo per droga, eliminando il vincolo associativo, e ha condannato l’imputato (difeso dall’avvocato Nicola Pomponio) a 2 anni e 8 mesi. Da registrare anche le assoluzioni di Leandro Silenzio, Francesco Pio Silenzio (difeso dagli avvocati Gaetano Laiso e Raffaele Dell’Aglio) e Pasqualina Di Leo. 

L’inchiesta ha preso il via a seguito dell’omicidio di Annamaria Palmieri, braccio destro della lady boss Maria Domizio che reggeva il clan Formicola durante la detenzione degli ‘uomini’ del clan: l’agguato, avvenuto il 23 gennaio 2018, scandì la violenta contrapposizione tra i Silenzio e i Formicola che sino ad allora erano stati un unico gruppo criminale. Lo scontro vide i Silenzio impegnati in azioni di ritorsione nei confronti di esponenti dei Formicola: in particolare, secondo quanto emerso, la cosca avrebbe costretto interi nuclei familiari ad abbandonare le case, legittimamente occupate, per poi ‘assegnarle’ in modo del tutto arbitrario e ‘abusivo’ a esponenti del proprio gruppo criminale. 

La sentenza emessa all’esito del rito abbreviato
Silenzio Francesco 20 anni
Silenzio Alfonso 18 anni
Silenzio Pacifico 18 anni
Silenzio Vincenzo 12 anni
Marigliano Vincenzo 12 anni
Lazri Mariglen 12 anni
Morra Antonio 12 anni
Morra Demetrio 12 anni
Ranavolo Giovanni 12 anni
Acampora Sergio 10 anni
Di Pede Ferdinando 10 anni
Prisco Salvatore 10 anni
Silenzio Salvatore 9 anni e 4 mesi
Costabile Antonio 8 anni
Silenzio Chiara 8 anni
Esposito Tobia 6 anni
Pagano Luigi 6 anni
Pane Raffaele 6 anni 
Rizzo Claudia 6 anni
Mauro Salvatore 2 anni e 8 mesi 
Silenzio Leandro assoluzione
Di Leo Pasqualina assoluzione
Silenzio Francesco Pio assoluzione

domenica, 20 Novembre 2022 - 12:26
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