Addio a Sinisa Mihajlovic, l’ex campione aveva lottato nonostante l’aggressiva malattia

Sinisa Mihajlovic
Sinisa Mihajlovic

Ha cercato di non lasciarsi sopraffare dalla malattia. Si è aggrappato con forza alla sua più grande passione, al suo più grande amore che è stato motore della sua vita ed è andato avanti, sfidando quella leucemia mieloide acuta che circa 3 anni fa ha cambiato la sua storia personale.

Sinisa Mihajlovic, l’ex calciatore e allenatore serbo, è morto a Roma all’età di 53 anni. Da alcuni giorni le sue condizioni erano peggiorate ed era stato ricoverato d’urgenza alla clinica Paideia. In un messaggio la famiglia parla di «morte ingiusta e prematura»: «La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic». «Uomo unico, professionista straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato».

Tantissimi i messaggi di cordoglio provenienti dal mondo del calcio ma anche da quello politico, a partire dal premier Giorgia Meloni: «Hai lottato come un leone in campo e nella vita. Sei stato esempio e hai dato coraggio a molti che si trovano ad affrontare la malattia. Ti hanno descritto come un sergente di ferro, hai dimostrato di avere un gran cuore. Sei e resterai sempre un vincente», è stato il pensiero di Meloni.

Scosso il ct della Nazionale, Roberto Mancini che a Mihajlovic era profondamente legato per avere vissuto insieme un pezzo di storia alla Lazio, alla Sampdoria e all’Inter. «Questo – dice Mancini – è un giorno che non avrei mai voluto vivere, perché ho perso un amico con cui ho condiviso quasi 30 anni della mia vita, in campo e fuori. Non è giusto che una malattia così atroce abbia portato via un ragazzo di 53 anni, che ha lottato fino all’ultimo istante come un leone, come era abituato a fare in campo. Ed è proprio così che Sinisa resterà per sempre al mio fianco, anche se non c’è più». Tanti i ricordi affidati ai social dai suoi colleghi e amici calciatori, tra gli altri Totti, Nesta, Vieri, Batistuta, Arnautovic, Baresi, tutti commossi nel ricordare un compagno di gioco e un combattente come se ne vedono raramente, fuori e dentro un campo di calcio.

Quando ha scoperto di essere malato, Sinisa Mihajlovic allenava il Bologna. E ha continuato ad allenare nonostante la sua salute peggiorasse progressivamente. Ha tenuto duro, finché ha potuto. Pochi mesi è stato sollevato dall’incarico di mister del Bologna. La sua ultima apparizione pubblica risale agli inizi di dicembre: ha partecipato, a Roma, alla presentazione dell’autobiografia di Zdenek Zeman.

venerdì, 16 Dicembre 2022 - 21:41
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