Clan Moccia, il ministro Nordio manda al carcere duro i fratelli Angelo e Luigi. E il processo torna a Napoli


Di nuovo sottoposto al regime del carcere duro. Il 65enne Angelo Moccia, storico boss di Afragola, torna ad affrontare la detenzione più rigida. In accoglimento della richiesta della procura, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha firmato l’applicazione del 41bis per il malavitoso, aggiungendo un altro tassello all’ultima inchiesta che ha condotto in cella Moccia e confinando nell’alveo del bluff la mossa della dissociazione di cui Moccia si è reso protagonista circa trent’anni fa. Con la dissociazione, Moccia ha potuto beneficiare negli anni di una serie di attenuanti generiche e della revoca, nel 2002, del carcere duro, fino ad arrivare alla scarcerazione nel 2016.

Il regime di carcere duro è stato disposto anche per il 66enne Luigi Moccia, fratello di Angelo.

L’inchiesta nella quale Moccia è rimasto imbrigliato è quella denominata ‘Morfeo’ che ha colpito anche altri esponenti della famiglia Moccia, ossia Luigi e Antonio, entrambi fratelli di Angelo. Antonio Moccia, di 58 anni, è tutt’ora detenuto detenuto in regime ordinario: la procura non ha chiesto, per ora, l’inasprimento del regime detentivo.

Secondo l’impostazione accusatoria, i Moccia avrebbero continuato a gestire affari illeciti tra Roma e Napoli (almeno fino al 2019), infiltrandosi anche nel mondo dei carburanti oltre che in quella della ristorazione e della ricezione alberghiera. Tra gli elementi a sostegno dell’accusa vi sono anche le dichiarazioni dei pentiti Michele Puzio e Salvatore Scafuto. Per effetto di questa inchiesta i fratelli di Moccia sono imputati con l’accusa di associazione di stampo mafioso. Un’accusa che dovrà essere vagliata dai giudici del Tribunale di Napoli.

Nell’udienza che si è tenuta ieri (nell’aula bunker del carcere di Poggioreale) i giudici del Tribunale di Napoli Nord, dinanzi ai quali era stato incardinato il processo, si sono dichiarati incompetenti nella trattazione del caso. La questione è procedurale: secondo i giudici, l’inchiesta ha preso il via nel 2015 e in quell’anno non era ancora nato il Tribunale di Napoli Nord al quale è stata assegnata la competenza della zona di Afragola, ragion per cui l’assegnazione del fascicolo va considerata in capo a Napoli. Si dovrà attendere, adesso, la fissazione di una nuova udienza. Sul banco degli imputati, complessivamente, vi sono 25 persone.

mercoledì, 21 Dicembre 2022 - 11:10
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